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IL BORGHESE

Che nostalgia Ciotti e Tonino Carino

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Che nostalgia Ciotti e Tonino Carino

Che nostalgia Ciotti e Tonino Carino

C’è una chiavetta Usb, una di quelle che contengono un mare di notizie in pochi, pochissimi centimetri che, secondo Fabrizio Corona, racchiude l’ultima storia maledetta del calcio. Tra scommesse clandestine, allibratori e nomi altisonanti del mondo del pallone. O per dirla tutta, dei campioni che siamo abituati ad osannare negli stadi, e ad applaudire dal divano.

Corona fa capire che ce ne sarebbero almeno una quarantina coinvolti in vorticosi giri di denaro su siti di giochi on line e canali illegali. Di nomi e cognomi, ne ha fatti quattro (Fagioli, Tonali, Zaniolo e Zalewski) ma l’altra sera in tv ha lasciato intendere che dentro il pentolone vi siano anche El Shaarawy, Casale e Gatti con quella sua abilità del dire e non dire, facendo tuttavia cadere un’altra pietra su questa vicenda orribile.

L’ennesima puntata che il re dei paparazzi sta sfruttando con diabolica abilità. Per sapere la verità bisognerà aspettare non tanto lui quando le procure che indagano. Ma intanto il mondo del calcio trema e la serie A, coppe europee comprese, rischia di finire azzoppata mentre ombre oscure si addensano sui procuratori che vivono alle spalle dei campioni. C’è da inorridire a pensare al calcio che abbiamo conosciuto da bambini con quei campioni leggendari magari meno prestanti dal punto di vista atletico ma veri e propri leoni in campo, spinti dall’onore e dall’attaccamento alla maglia che oggi sono diventati - salvo poche eccezioni - solo una questione di soldi.

Ai grandi presidenti di una volta sono subentrati i fondi stranieri, gli ingaggi sono stellari, come i contratti per i diritti tv. E la cornice dorata nasconde la crisi sportiva e umana dei protagonisti con la Nazionale che rischia di restare fuori dagli europei dopo aver saltato i mondiali. Che nostalgia per quelle domeniche passate ad ascoltare la radiolina per poi vedere i gol raccontati da Sandro Ciotti e Tonino Carino da Ascoli. Quel mondo non tornerà più. Ucciso un diavolo il pallone ne risuscita un altro.

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