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IL BORGHESE

Destra o sinistra? Contano i numeri

Leggi il commento di Simona Totino

Destra o sinistra? Contano i numeri

Destra o sinistra? Contano i numeri

La più antica fondazione culturale italiana nelle mani della destra? Si tratta della direzione della Biennale di Venezia a Pietrangelo Buttafuoco. Un colosso cui fanno capo, tanto per intenderci e solo per citarne alcune, l’Esposizione internazionale d’arte di Venezia e la Mostra del Cinema. Giornalista, scrittore, conduttore televisivo e opinionista siciliano classe 1963, il nipote dell’ex parlamentare Msi, Antonino Buttafuoco succederà a Roberto Cicutto il 2 marzo 2024.

Questa la notizia di tre giorni fa che ha immediatamente riportato le cronache all’estate quando il Governo ha rivoluzionato l’assetto Rai facendo fuori i Fazio, le Berlinguer in favore dei “suoi”. Non si sono sprecati i commenti di penne e maniaci dei social. Ancora una volta e, soprattutto, ancora prima che qualsivoglia fatto, dato, flop, possa avere potuto parlare al posto della tendenza politica del diretto interessato.

È più che mai lecito, quindi, per rispetto della cronaca e, soprattutto di chi la legge, l’alzata di voce di ieri di Massimo Cacciari che nel suo lungo articolo ha avuto voglia di dire basta. La cultura non è né di destra, né di sinistra, la cultura è cultura. Sembra una frase fatta, ma in realtà è una regola matematica così semplice. E Torino la lezione l’ha imparata bene grazie al caso Christian Greco, il giovane direttore del Museo Egizio, un archeologo che tutto il mondo ci invidia, uno studioso, uno che ha saputo fare numeri (si parla di 900 mila visitatori all’anno) oltre che pagine e pagine di libri letti di chiunque nell’universo dell’egittologia.

A difenderlo dall’ombra della Mole all’Italia intera, compreso il ministro Sangiuliano, non sono state solo le parole ma, soprattutto e per fortuna, i fatti. I successi di Greco, il suo sudore lasciato nelle sabbie di Saqqara, la sua indifferenza verso tutto ciò che non concerne i suoi studi, la cultura e l’arte. E la politica nulla c’entra con tutto questo, la politica, dice Cacciari, sta altrove. Ed è bene lasciarla dov’è. A Buttafuoco l’onere e l’onore da svincolarsi da tutto ciò. La strada è semplice, basta usare il sentimento, il gusto del bello che solo l’arte sa dare aprendo i cuori e le menti dei fruitori per fare vincere il partito più forte di tutti i tempi: quello del piacere.

Torino sta per entrare nella settimana dell’arte, in questi giorni raramente, hanno tenuto banco battaglie di destra o di sinistra. Hanno parlato le opere, quadri e sculture provenienti da tutto il mondo. Hanno parlato le persone e i loro occhi.

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