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TRASFORMAZIONI

Pnrr, entro fine anno partono i primi cantieri: "Serve una regia dei lavori"

Già affidati 51 milioni di interventi su 113. Restyling per biblioteche, impianti sportivi e mercati

Cantieri in corso Francia e piazza Rivoli

Cantieri in corso Francia e piazza Rivoli

Chi ci è passato lo sa: ristrutturare casa è una bella seccatura. Sono mesi di polvere, vernice e scatoloni in ogni angolo. Poi spesso i lavori tardano rispetto ai tempi stabiliti, i materiali non arrivano, la ditta procede a rilento e il fastidio di quel limbo impolverato si dilata a dismisura. Alla fine però, il cambiamento si vede. La casa prende vita, il divano nuovo è più comodo di quello vecchio finito in cantina e anche il fastidio dei lavori viene dimenticato. Ecco, in un certo senso, a Torino ci stiamo preparando per ristrutturare casa. Con 113 milioni di Pnrr che trasformeranno la città e risolveranno - dopo anni di briciole o poco più - i problemi di manutenzione stradale e per il verde pubblico.

Cantieri in partenza
I primi cantieri dei Piani urbani integrati (Pui) partiranno tra la fine dell’anno e la primavera del 2024 e i disagi, per i torinesi, saranno inevitabili. Lo sa bene il sindaco Stefano Lo Russo, che chiede uno sforzo collettivo, a cittadini (e alle forze dell’opposizione), per superare l’anno orribile della trasformazione, il 2024. «Non sottovalutiamo il fatto che ci sia un problema di regia generale dei cantieri» avverte Lo Russo, durante una commissione comunale convocata per discutere dell’avanzamento dei lavori. Il problema vero è che oltre ai cantieri legati ai fondi del Pnrr - che interesseranno biblioteche, strade, mercati e aree verdi - ci saranno gli interventi di Smat, Iren, il cantiere per la linea due della metropolitana e tutti gli altri lavori di natura privata. Insomma: un carnevale di strade chiuse e impalcature.

Eventi che traslocano e deviazioni
«Non nascondiamo il fatto che ci saranno situazioni in cui avremo problemi logistici» mette le mani avanti il sindaco. «Nel momento in cui partiranno i lavori per la pedonalizzazione di via Roma, ad esempio, ci sarà sicuramente un periodo in cui il sedime non sarà accessibile per le manifestazioni». Pensiamo alla kermesse di CioccolaTò che, probabilmente, già dalla prossima edizione dovrà trovare una nuova location per dolci e bancarelle. A questi si aggiungeranno le deviazioni di carattere viabilistico, con bus che modificano il loro abituale percorso e strade interdette al traffico. «Saranno tutti cambiamenti transitori» assicura ancora Lo Russo. «Me ne assumo fin da ora la piena responsabilità come sindaco - aggiunge -, ma se vogliamo che Torino cambi volto servono tempo e lavori». E noi - come chiunque - vogliamo che la città assuma la sua forma migliore.

Eppure viene spontaneo chiedersi se non sarebbe opportuno istituire una cabina di regia più ampia per limitare i disagi. Un manager, una task force o magari un commissario - come piace tanto di questi tempi - che sia in grado di avere uno sguardo onnicomprensivo sui lavori che attraverseranno il tessuto della città. Siamo anche disposti a tollerare l’apertura dell’ennesimo “tavolo di lavoro”. Purché serva a evitare che si spacchi due volte la stessa strada per interventi che potevano essere fatti in contemporanea o che piscine e palestre vengano chiuse per lunghi periodi lasciando sguarniti interi quartieri. In altre parole: qualcuno che vigili sul calendario dei cantieri, che saranno decine e decine solo nei prossimi mesi. Se i torinesi sono chiamati a sopportare - di più, a collaborare - per superare i disagi della trasformazione, che ci sia uno sforzo anche nel senso opposto.

51 milioni di lavori già affidati
Ci dicono poi che siamo perfettamente nei tempi. Tant’è che, dei 113 milioni complessivi destinati a Torino, sono già stati affidati lavori per 51 milioni e i primi cantieri stanno partendo. «È una partita che non ha colore politico. Comprendo bene i disagi e vi assicuro che cercheremo di fare le cose al meglio per limitarli» conclude Lo Russo in commissione e non nasconde una certa «ansia personale» per quella deadline fissata al 30 giugno 2026. Quando i lavori dovranno essere finiti, collaudati e rendicontati. Solo allora - chiavi in mano - giudicheremo se la ristrutturazione di casa è riuscita. Il cronometro è partito. 

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