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Dall'Eurovision alle Atp Finals

Ecco perché qui è meglio di Londra e New York

Dallo scetticismo del 2019 all'entusiasmo: adesso Torino avrà finalmente imparato?

Atp Finals

Atp Finals

E dire che nel marzo del 2019 si titolava “Perso il grande tennis”: erano i giorni della corsa di Torino alla candidatura e dal governo tardavano ad arrivare le coperture economiche. In città, invece, c’era un asse forte tra il Comune retto da Chiara Appendino e le imprese, appoggiate dal sottosegretario Giorgetti. Per fortuna, pochi giorni dopo, il tanto agognato decreto era arrivato. Eppure, la febbre del tennis non c’era ancora.

La stessa Appendino era stata convinta dal presidente del Coni Malagò a tentare, ma in tanti vedevano questo come un ripiego dopo aver perso le Olimpiadi. Poi, tutto è cominciato nella maniera più complicata, anche per via della pandemia, ma Torino ha saputo trovare la sua strada, al punto che adesso vuole lottare per tenere qui le Atp anche oltre la scadenza del 2026. «Nel board di Atp sono tutti stracontenti di quello che è stato fatto a Torino insieme alla Fitp - ha detto Andrea Gaudenzi, presidente dell’Atp, l'associazione mondiale dei tennisti professionisti -. Quello che piace soprattutto è come la città ha abbracciato l'evento, è una cosa unica, non esiste a Londra o a New York».

«Le istituzioni si impegnino per tenerle» è il grido che arriva dalla Federalberghi. Che fa notare come, non solo con le Finals ma pure con un evento di livello come l’Eurovision, Torino fa segnare una rinascita turistica dopo il Covid, con numeri che supereranno quelli del 2022 e che si allineeranno alla curva di crescita di pre-pandemia. «Torino - dice il presidente di Federalberghi cittadina, Fabio Borio - ha saputo promuoversi e mostrare la sua immagine migliore». E non piangere più per quanto perso. L’avremo capita finalmente?

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