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IL BORGHESE
28 Novembre 2023 - 06:30
I bulloni fragili della burocrazia
Le possenti travi d’acciaio cominciano a scricchiolare a dispetto dei grossi bulloni che le bloccano. Un sibilo leggero, come il frinire di una cicala scuote il silenzio, poi la gru si scuote, a dispetto dei grandi blocchi di cemento che funzionano da contrappesi, e precipita. E’ capitato due anni fa, esattamente il 18 dicembre, in via Genova, dove tre operai hanno perso la vita, ed è successo di nuovo ieri mattina a Caselette dove dovrebbe sorgere un complesso immobiliare con ville e appartamenti. Ma la sorte, questa volta, è stata meno crudele e i due montatori hanno riportato solo fratture e contusioni.
Poteva andare molto peggio e si sarebbe scritta l’ennesima pagina tragica nel libro nero degli infortuni sul lavoro. Una piaga che non si riesce a sanare e che, nei primi otto mesi di quest’anno, ha già fatto registrare 657 decessi e oltre 383mila denunce di infortuni. Uno stillicidio di croci e di gravi invalidità che tocca un po’ tutti i settori, con cantieri e fabbriche ai primi posti, sottolineando ancora una volta come la sicurezza sul lavoro sia un problema tutto da esplorare con pochi ispettori sul fronte delle verifiche di pericolosità e con normative spesso farraginose che lasciano ampio spazio a chi vuole trasgredire.
Ma c’è di più, come denunciano i parenti delle vittime di via Genova che dopo la tragedia ora vivono la frustrante attesa dei risarcimenti da parte delle compagnie assicurative che vanno a passo di lumaca, proprio come la giustizia cui spetta l’onere di processare i responsabili. Quasi che la perdita di un famigliare, figlio, padre o marito, debba aggiungere al dolore anche il disagio, molto spesso anche economico, alle famiglie, in una sorta di burocratico disinteresse.
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