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IL BORGHESE

Oro agli azionisti, cassa agli operai

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Oro agli azionisti, cassa agli operai

Oro agli azionisti, cassa agli operai

Una pioggia d’oro su Stellantis. La voce che circolava a mezza bocca da giorni tra gli analisti finanziari è stata confermata all’alba, quando la Borsa aveva ancora i cancelli chiusi. Il gruppo nato dalla fusione fra Fca e Psa ha realizzato nel 2023 un utile netto di 18,6 miliardi di euro e ha distribuito 6,6 miliardi di euro agli azionisti, con un aumento del 53% rispetto ai 4,3 miliardi di euro del 2022.

Un paradosso per chi conosce le tribolazioni di Mirafiori, le minacce di tagli dei posti di lavoro, l’etichetta di “fragilità” a quello che è sempre stato considerato uno stabilimento modello e che oggi è zoppo e sopravvive con la cassa integrazione. Quasi un infermo, se ci passate questo termine usuale in sanità, che in pochi anni è passato da 20mila a 12 mila addetti tanto da far temere per il suo futuro. Miliardi agli azionisti, un boom in borsa e progetti di espansione del Gruppo a livello mondiale mettono in luce i due volti del fare impresa. Dimostrando ancora una volta che è la finanza a fare utili con diversificazioni e delocalizzazioni dei comparti produttivi nei Paesi dove il costo del lavoro offre maggiori vantaggi. Politiche industriali che lasciano l’amaro in bocca non solo ai lavoratori e ai sindacati, ma anche alle imprese dell’indotto che chiedono da tempo un secondo modello da realizzare a Mirafiori.

Come digerire senza l’amaro in bocca i 46 nuovi modelli per il mercato americano e manco un carretto per Torino? Di qui la preoccupazione delle istituzioni, Vescovo compreso che torna a farsi sentire, e l’urgenza di un progetto per Torino. Non basta la caramella del premio di produzione che tocca tutti i lavoratori italiani del Gruppo per godere almeno un po’ di questa pioggia d’oro.

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