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IL BORGHESE
28 Aprile 2024 - 06:30
Gocce di Chanel sopra il Grissino
L’ombra della mano lesta di Piero Fassino che si allunga sull’elegante boccetta di profumo Chanel che poi sparisce nella tasca capiente del soprabito blu che “Grissino” (come lo chiamavano familiarmente i torinesi quando era sindaco) indossava mentre faceva shopping al Duty Free di Fiumicino, finisce per creare un grave imbarazzo su un Pd già martoriato dagli scandali. E non solo a Torino.
Intanto perchè Piero Fassino è stato in passato uno degli uomini politici più potenti d’Italia: sottosegretario agli Esteri nel primo governo Prodi, ministro del commercio estero con D’Alema, Ministro della Giustizia con Giuliano Amato. E ancora segretario dei Ds, infine sindaco di Torino fino al 2016 e presidente dell’Anci.
Una personalità forte, quasi scorbutica come sa bene anche Elly Schlein che lui mandò a farsi benedire due anni fa dando vita alla corrente, “Iniziativa Democratica” ispirandosi- dissero i maligni -ad Amintore Fanfani ai tempi della Dc al governo. Un padre nobile della sinistra tradito da un aroma delicato che gli è costato una denuncia per taccheggio con il sospetto che vi siano altri episodi da approfondire. Dunque non solo” un banale e increscioso episodio”, come dice il suo avvocato Fulvio Gianaria. E così il piatto diventa politicamente indigesto per i dem torinesi e anche per la corrente Bonaccini a livello nazionale. Lui tace, quasi sdegnato. E forse non ha gradito che proprio ieri il partito abbia presentato il “codice etico” per le elezioni spinto dall’«urgenza di una politica trasparente, credibile e responsabile». Coincidenza scomoda, almeno per lui che ovviamente è sparito dal palcoscenico della politica attiva. Intanto dalla roccaforte del partito i più “prendono le distanze dal giallo del profumo. Che in politichese significa che voltano le spalle e guardano altrove.
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