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IL BORGHESE

Gli obiettivi paralleli di Giorgia e Alberto

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Gli obiettivi paralleli di Giorgia e Alberto

Gli obiettivi paralleli di Giorgia e Alberto

L’Italia e il Piemonte viaggiano su due binari paralleli. Giorgia Meloni grazie anche a due milioni di preferenze (“Votate semplicemente Giorgia) spinge Fratelli d’Italia ad essere il primo partito nelle elezioni europee con circa il 29% dei voti, stacca il Pd e consolida l’attività del governo, l’unico ad essere promosso nel contesto della Ue. Alberto Cirio, governatore uscente del Piemonte, vince a man bassa e si prepara al secondo mandato, rompendo lo schema dell’alternanza destra/sinistra alla guida della regione, che sembrava quasi infrangibile, doppiando o quasi i voti della sfidante Gianna Pentenero del Pd. Ma non solo: smentendo le Cassandre che vedevano il Piemonte non rappresentato in Europa, spunta almeno un eletto: Giovanni Crosetto (quarto nel nord- ovest con 33.958 preferenze) nipote del ministro della Difesa e attuale capogruppo di Fdi in consiglio comunale a Torino. Fuori dai giochi i nomi dati per sicuri e in particolare quello di Paolo Damilano, imprenditore del vino e dell’acqua minerale.

Così, mentre Giorgia dovrà destreggiarsi tra gli equilibri che si paleseranno nelle istituzioni di Bruxelles dove la sfida pare sempre più ristretta tra due modelli di destra, quella europeista e quella nazionalista, Alberto dovrà trovare un nuovo equilibrio nella sua maggioranza che i risultati del voto in qualche modo rivoluzioneranno con Fdi che diventa primo partito, il crollo della Lega, il rafforzamento di Forza Italia e il ruolo nuovo della sua lista civica “moderata e liberale “ che ha ingaggiato anche partiti tradizionalmente di centro sinistra. Sul tavolo le grandi questioni: dalla sanità che Cirio considera “il problema più urgente per le liste d’attesa”, alle infrastrutture, all’industria e soprattutto al lavoro. Con un asso nella manica da spendere quando l’emergenza è Torino: la concordia istituzionale che magari non piace proprio a tutti, ma evidentemente è utile al “Presidente di tutti” come ama definirsi.

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