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IL BORGHESE

Le vessazioni Ue
dai cetrioli ai tappi

Leggi il commento del direttore Beep Fossati

Le vessazioni Uedai cetrioli ai tappi

Le vessazioni Ue dai cetrioli ai tappi

Il tappo”solidale” di una bottiglietta d’acqua naturale mi ha spelato il naso. Già perchè il sottoscritto, come tanti che conosco, bevono a canna. Come si fa nei cantieri e non nelle redazioni chic. Fesso io che non ho tagliato, o strappato via, quel nastrino di plastica che lega il tappo alla bottiglia. Il simbolo dell’ultima imposizione dell’ Unione Europea, rendendoci schiavi della direttiva verde che ci rompe le scatole da decenni. Vado contro corrente? Sono antico? Può darsi, ma questo obbligo (entrato in vigore l’altro ieri) che riguarda tutte le bottiglie d’acqua, di latte e i cartoni per le bibite e il tè freddo, non mi va giù. E anche se piace a ministri (di centro destra, Gilberto Pichetto)  e a politici di centro trombati (come Calenda) trovo il tappo “solidale” una boiata che certo non influirà sulla maleducazione di chi abbandona le plastiche sulle spiagge o nei prati. Piuttosto penso che la Ue abbia voluto penalizzarci perchè gli italiani sono i maggiori consumatori di acqua minerale in bottiglia (252 litri a testa ogni anno), staccando altri Paesi di tante lunghezze, visto che la Germania che è buona seconda in classifica ne consuma pro capite 140 litri. E così mi vengono in mente le vessazioni del passato e (soprattutto) quelle ancora in vigore. Partiamo dal cetriolo storto che fino al 1988 i legislatori di Bruxelles escludevano (righello alla mano) se non era diritto come un fuso, per arrivare ai limiti che ancora ci sono imposti Per le mele che devono avere 3/4 della superficie di colorazione rossa, i limoni e i mandarini (che devono avere un diametro minimo di 35 millimetri) per arrivare al peso del singolo Kiwi ( minimo 65 grammi). E poi ancora alle pesche e pesche noci (diametro minimo 51 mm.) alle pere, alle fragole, ai peperoni e ai pomodori. Un bel salto, negli anni, dalla direttiva verde alla cosiddetta tutela dei consumatori. E ad essere sinceri, anche qui c’è un perchè: questi prodotti, misurati o pesati dai burocrati rappresentano il 75% del valore degli scambi nell’Unione Europea. Vi basta?

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