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IL BORGHESE

Gli 007 spiavano le nostre imprese

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Gli 007 spiavano le nostre imprese

Gli 007 spiavano le nostre imprese

E’ una spy story quella che ha già visto indagati l’ex sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati, il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano e, da pochi giorni uno 007 dei nostri servizi segreti, per il gigantesco dossieraggio su uomini politici, imprenditori, banchieri e agenti dei servizi stranieri, in particolar modo legati ai russi. Un numero mostruoso di file che Raffaele Cantone, il procuratore di Perugia che coordina l’inchiesta non esista a definire inquietanti e mostruosi. In sintesi operazioni sospette su oltre 30mila documenti estratti dalla banca dati dell’ Antimafia.

Una ragnatela costruita su dati personali di uomini politici scavando su patrimoni, famiglia, vizi, amanti e amicizie sospette. Ma anche su rapporti con aziende e fornitori esteri. Un’attenzione particolare su intrecci d’affari con russi e cinesi per imprenditori dell’automotive e dell’aerospazio. Ma anche monsignori e finanzieri legati al Vaticano. Ricerche su conti esteri e depositi off shore per aziende legati alla produzione di armi e energia. E poi sui Vip, laddove si incrociano con la politica e con la comunicazione. Infine il mondo delle banche e dell’alta finanza. Non trapelano nomi ma, poiché l’inchiesta è esplosa nel marzo scorso c’è il sospetto fondato che il settore dell’auto sia al centro di questo gigantesco gioco di spie per i suoi risvolti economici, finanziari e di prospettiva. Stellantis e gli Elkann? Tavares e i cinesi? Il ministro Urso? E ancora la politica locale? Interrogativi senza risposta per chi non è addetto alle segrete cose. Ma un fatto è certo: l’inchiesta di Cantone è approdato al secondo livello: quello dei mandanti.

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