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il borghese
20 Settembre 2024 - 05:49
L’amministratore delegato Serena Lancione
Chi ne conosce la storia, sa che in Gtt - Gruppo Torinese Trasporti (un tempo Atm) le abitudini in azienda non sono mai cambiate. Dal poltronificio ai tempi dei socialisti al governo della città ove un posto non veniva mai negato agli amici degli amici e senza neppure ricorrere agli inutili curricula, fino ad oggi. Servizio scadente, bilanci traballanti e poi via via una gestione che certo non mette al primo posto il cittadino. Lo abbiamo provato sulla pelle ad agosto con la metro chiusa, l’abbiamo sopportato con le navette ritardatarie, e infine lo abbiamo “collaudato” alla riapertura a settembre con le scale mobili a pezzi, i ritardi e i guasti quotidiani. Ma non basta: sui bus cova grande insoddisfazione tanto dei passeggeri costretti a lunghe attese alle fermate, quanto del personale. Basta dire che di autisti ne mancano 180, che le manutenzioni interne sono sempre più rare e che persino il servizio controllori è stato affidato all’esterno con un appalto diretto invece di ricorrere a nuove assunzioni.
Ma il fortino è sordo alle proteste, anzi ha persino la spocchia di rifiutare l’aiuto che l’Atm di Milano voleva offrire, snob bando l’esperienza meneghina che oggi gestisce una città come Copenaghen e punta a Parigi e a Lione. No grazie, e via così, meglio ricorrere alle alchimie di bilancio e ad un valzer di poltrone per dare almeno l’impressione di rispondere alle richieste interne (anche sindacali) e alle proteste esterne. Un maquillage, firmato dall’amministratore delegato Serena Lancione passata dalle relazioni sindacali dell’Unione Industriali di Torino, alla direzione generale di Bus Company della Granda, prima di atterrare sotto la Mole, che di fatto fa crescere funzionari interni in alternativa a figure esterne di grande competenza. Gtt fa quadrato oggi come in passato, anche quando sono usciti dall’azienda manager di valore come Gianni Godino già direttore del personale in Fiat che oggi ricopre lo stesso incarico in DiaSorin società quotata in borsa. Al suo posto, ad occuparsi di risorse umane oggi c’è Andrea Tortora che arriva dal controllo qualità interno.
Un esempio, tra i tanti. Perché dal 10 settembre come indica un ordine di servizio sull’assetto organizzativo dell’azienda, debutta una nuova area operativa denominata “Operations Esercizio e Infrastrutture” affidata all’architetto Salvatore Guardiello che scala la piramide di comando degli ingegneri che erano i suoi capi. Secondo alcuni una decisione adottata sotto la spinta delle criticità del servizio esplose alla fine dell’estate. Comprensibile, dato il momento, come può esserlo la fiducia verso i propri funzionari che tuttavia stona con l’abitudine, pare accertato, agli affidamenti esterni. Dei controllori abbiamo detto, ma c’è di più racconta una voce fuori campo. Andiamo dal noleggio dei bus sostitutivi - alcuni proprio dalla Granda - alle manutenzioni dei vecchi mezzi termici che hanno ridotto ai minimi termini i dipendenti delle officine, grande vanto dell’azienda ai tempi che furono. Un “full service” che non aiuta certo la celerità delle riparazioni visto che il “turnover” non è stato affatto rispettato. Un quadro non esaltante viste le voci di bilancio che in un’azienda privata potrebbero certificare un default. Ma il fortino tace ancora e va per la sua strada, sorretto dagli aiuti pubblici di Comune e Regione. Una storia antica che dovrebbe in qualche maniera essere riscritta.
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