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IL BORGHESE

L’Italia va a bagno
la politica è assente

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

L’Italia va a bagnola politica è assente

L’Italia va a bagno la politica è assente

Tragica replica di un film già visto. A distanza di un anno e mezzo l’Emilia Romagna si ritrova di nuovo sommersa da acqua e fango. Tre alluvioni in sedici mesi sul bolognese e i territori del ravvenate e di Forlì e Cesena sono una follia non tanto meteorologica quanto di prevenzione ed organizzazione. In poche ore, oggi come allora, si è costretti a mettere in fila fiumi e torrenti esondati, case devastate da tronchi e detriti, un migliaio (ma potrebbero essere molti di più) di sfollati, oltre al dramma dei dispersi. Una situazione che fa urlare di paura. ma anche di rabbia perchè immaginare che si possa rivivere un dramma identico a distanza di pochi mesi, pur sotto l’attacco) di piogge torrenziali (350mm) fa sorgere seri dubbi sulla nostra capacità di mettere in sicurezza i territori. E non solo dell’Emilia Romagna. La groviera Italia, dove i buchi sono troppi e difficili da colmare non solo vuole capire ma chiede la testa dei responsabili, chiunque siano.

E lo scontro politico sale, tira in ballo il commissario straordinario generale Francesco Figliuolo, il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci e il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Parliamo di soldi destinati al ripristino delle frane, alla rimozione del fango, alla protezione delle sponde dei fiumi. Quelli esondati nel 2023 e di nuovo usciti dagli argini poche ore fa. Soldi, accusa il ministro, spesi solo in parte. Più esattamente 49 milioni su 230 stanziati. La Regione contesta e per non rispondere la getta in politica o meglio ancora parla di discriminazione nella lotta tra destra e sinistra, tra governo e opposizione. E mentre la gente perde case, botteghe e fabbriche, non è un bello spettacolo a cui assistere. Bisognerebbe avere il coraggio di rispondere a chi, in 16 mesi non ha ricevuto un quattrino dei ristori promessi e denunciare le lungaggini burocratiche che gravano sui comuni, compresa quell’indolenza tutta italiana che grava sugli uffici pubblici.

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