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IL BORGHESE

Mancano i medici? Ci sono gli indiani

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Medici in ferie?  Ma tu pensa...

Medici in ferie? Ma tu pensa...

Mancano migliaia di medici, addirittura 60mila infermieri. La sanità italiana vive una crisi gravissima e il Piemonte e Torino non stanno meglio. Al punto di cercare camici bianchi persino in India come ha annunciato l’assessore regionale Federico Riboldi, forse sulla scia di quanto accadde durante la pandemia quando arrivarono in soccorso i medici cubani. Raschiamo il barile, per necessità. E se scendiamo nel particolare ci accorgiamo che anche verso la nostra migliore gioventù, i bambini, siamo fortemente deficitari se ad ogni pediatra affidiamo oltre mille pazienti. Con il risultato di non poterli assistere tutti. Una follia sociale, oltrechè uno spregio alla matematica del buon senso. Ma è il quadro nazionale a dirci che qui, sotto la Mole, non siamo nè poltroni nè menefreghisti. Ma semplicemente vittime di un sistema. Sotto accusa c’è il Servizio Sanitario Nazionale, vecchio, zoppo e purtroppo maltrattato dalla politica al punto di avergli tolto quasi tutto il sangue dalle vene. Tutto comincia, come spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - “con il definanziamento attuato negli ultimi 15 anni da tutti i Governi che hanno sempre visto nella spesa sanitaria un costo da tagliare e non una priorità su cui investire”. Così oggi il nostro Servizio Sanitario Nazionale è paragonabile ad un vecchio che, per fare i passi necessari a sopravvivere si appoggia alla sanità privata. Ma le convenzioni non bastano, le liste di attesa si allungano, e c’è chi ha rinunciato a curarsi. Qualcosa come 4,5 milioni di italiani. Una sconfitta per il Paese a cui si deve mettere mano per evitare di essere il fanalino di coda in Europa, mentre i giovani medici e gli infermieri migrano vero il privato o fanno fagotto fuggendo all’estero.

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