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IL BORGHESE

Povera Italia mercato di spie

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Povera Italia mercato di spie

Povera Italia mercato di spie

Hanno violato il Cremlino, i server del Ministero degli interni, si sono vantati di essere entrati nelle mail del Presidente della Repubblica Mattarella. E’ l’hit parade dei nostri spioni che dal 2022 hanno avviato il più incredibile mercato delle informazioni. Con servizi segreti deviati, criminalità organizzata e persino personaggi di spicco dell’alta finanza, in veste di clienti. Milioni di euro per un affare sporco, forse il più sporco dall’inizio della terza Repubblica, sempre che la si possa chiamare così. A capo il superpoliziotto Carmine Gallo per tre decenni fu l’uomo che risolveva i casi difficili. Un mito venduto agli affari clandestini, amministratore delato della Equalize di Milano che, probabilmente, ha raccolto ex spioni di Stato e hacker di spicco come Samuele Calamocci legato alla rete di Anonimous. Ottocentomila sarebbero gli indirizzi violati, i conti correnti, la mail, i whatup delle vittime. In mezzo ci sono ministri, sottosegretari, imprenditori, poliziotti, magistrati, giornalisti. E persino cantanti e belle donne troppo vicine ai potenti. Vittime e clienti del superpoliziotto. Perchè Equalize srl era una centrale clandestina ma aperta al mercato, con listini prezzi ben specificati. Da cinquemila euro forse a centomila. Dipendeva dal segreto da carpire e dalle informazioni da rubare. «Prendiamo per le palle l’Italia» dicevano tra loro i congiurati. Ma attenti, non parliamo di semplici malfattori. Di mezzo, tra gli indagati, Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera di Milano, che delle informazioni si serviva per i propri affari. E poi clienti come Leonardo Maria Del Vecchio, erede di Luxottica, il banchiere Matteo Arpe, politici e manager di aziende come Barilla, Eni, la petrolifera Erg, la Heineken. Commenta il ministro Nordio: «Non siamo al sicuro, gli hacker sono più avanti di noi».

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