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IL BORGHESE
11 Dicembre 2024 - 05:50
Torino, la capitale del traffico di coca
Alla ‘ndrangheta piace la bamba, da sempre. E proprio sul traffico di cocaina ha costruito gran parte del suo impero. Lo facevano già i nonni, quando spedivano le loro donne sui treni per Torino con le forme di formaggio e i pacchi di coca purissima. Erano le “viaggiatrici” che si mescolavano ai pendolari e a chi veniva in città con la valigia di cartone. Allora i clienti erano solo i ricchi e i figli di papà, compresi molti industriali che avevano fatto fortuna con le automobili. Ora i loro nipoti che vestono abiti firmati e frequentano il bel mondo, fanno i banchieri. Ma sempre grazie alla coca. In sostanza dai loro eleganti uffici comprano le partite in Brasile e poi trattano con i distributori. Come se la droga fosse una merce qualunque.
Per beccarli ci sono voluti quattro anni di indagine grazie ad un’alleanza tra la magistratura torinese, i carabinieri del Ros e la polizia federale brasiliana che di fatto con una raffica di arresti, perquisizioni e sequestri di beni hanno dimostrato come la nostra provincia (e in particolare il Canavese) sia una sorta di capitale del traffico di cocaina. Un giro di oltre 6,5 milioni di dollari, mille600 chilogrammi di bamba purissima tracciati o sequestrati, gestiti da un piccolo esercito di picciotti tra i comprensori brasiliani del Paranà e Paraiba e i comuni di San Giorgio, San Giusto, Montalenghe e Volpiano, ovvero il fortino ‘ndranghetista di casa nostra. Più di un clan, quasi una multinazionale del crimine che ha costruito, per anni, un meccanismo perfetto: la coca partiva su navi cargo dal Sud America e arrivava, mescolata ad altre merci nei porti di Gioia Tauro, Genova e Savona. Fino a quando l’alleanza tra l’antimafia di Torino e i colleghi brasiliani hanno chiuso il cerchio. Con una certezza imbarazzante: Torino è al centro del traffico internazionale della droga.
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