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Il Borghese
16 Giugno 2025 - 05:50
E alla fine l’Italia si affida alle sue figurine. Rino Gattuso, un campione del mondo 2006, di quella Nazionale che trionfò a dispetto di tutto e tutti, persino della bufera Calciopoli che stava devastando il pallone italiano.
Non è certo per filosofia di gioco, né per i risultati ottenuti in dodici anni di carriera (solo una Coppa Italia), che la malandata federazione azzurra ha scelto Rino Gattuso. La necessità di vertici federali sempre più squalificati è quella di avere uno al di sopra di ogni sospetto, che ama l’Azzurro, che ha grinta da vendere (più che altro in conferenza stampa) e che si immagina possa svegliare letteralmente i giocatori a sua disposizione.
Contratto di un anno: un po’ perché l’obiettivo è la qualificazione al Mondiale, un po’ perché Gattuso stesso è decisamente instabile. In carriera ha almeno quattro rescissioni di contratto (e un esonero) per i motivi più disparato. No, vista così non sembra la situazione su cui costruire un progetto. Per farlo non basta neppure richiamare Prandelli e affidargli un ruolo da maestro di calcio per le giovanili...
Per allevare talenti bisognerebbe far saltare tutti gli allenatori delle scuole calcio che, peggio dei genitori hooligan, chiamano il fuorigioco (che non c’è) persino nelle partite dei pulcini, che preferiscono la tattica a un dribbling fatto come si deve e via dicendo. Ce ne sarebbe da dire e da fare. Ma Gravina e soci (a proposito di gente che bisognerebbe mandare via, ma non ci riuscirebbe neppure il Tar del Lazio) preferiscono riempire l’album con le figurine 2006. Attenzione, però, che in quello delle figuracce c’è ancora molto spazio...
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