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Il Borghese
03 Luglio 2025 - 05:50
Il Piemonte estende l’ordinanza anti-caldo anche ai rider e gli altri lavoratori della logistica. Quindi, non solo stop ai cantieri (ma chi lavora alle prese con bitume a 50 gradi di temperatura spesso sostiene di non sentire il caldo dell’estate, e lì sta il grande rischio), ma anche alle consegne dei rider nelle ore più calde. Che, per alcune categorie di questi fattorini in moto o in bici, significa una delle fasce di maggiore consegna: quella del pranzo. E, stanti certe condizioni che ben conosciamo, cosa capiterà? I rider si fermeranno volentieri, perdendo la paga di una consegna, o l’azienda imporrà loro di farlo? O farà un decalogo pieno di consigli sul riposare all’ombra, bere molta acqua, indossare capi d’abbigliamento adatto?
Glovo, a modo suo, ha dato una risposta: bonus a chi lavora nelle fasce calde. Ossia +2% tra i 32 e i 36 gradi, +4% tra i 36 e i 40, +8% per temperature superiori ai 40 gradi. Calcolati dall’algoritmo? In ogni caso, centesimi. E pensare che per i calciatori “costretti” a giocare sotto il sole americano al Mondiale per Club si sono riempite pagine di inchiostro... E loro sono pagati milioni, non centesimi.
Sapete qual è il trucco? Che la multinazionale, qualsiasi multinazionale, potrà obiettare una cosa semplicissima: sono i clienti a fare gli ordini, noi dobbiamo soddisfarli.
E allora ci pensiamo noi consumatori a riequilibrare la bilancia dei torti? Cosa facciamo, ordiniamo una bottiglia d’acqua assieme alla pizza e la diamo al rider al momento della consegna? O magari rinunciamo al sushi o al poke (e sarebbe cosa sana) a domicilio, per una volta e ci mettiamo a cucinare? O apriamo una scatoletta fredda. Magari ci tacitiamo la coscienza. Ma così lasciamo qualcuno senza lavoro? Oh sì, l’amletico dilemma per cui nelle leggi di mercato anche noi consumatori, alla fine, siamo sia clienti sia sfruttatori.
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