Sono una mamma di 46 anni e mio figlio Luca, lunedì prossimo, dovrebbe tornare a scuola dal momento che frequenta l’ultimo anno delle superiori. Mi domando se esista un monitoraggio della campagna lanciata dalla Regione per mettere in sicurezza le scuole. Sul giornale ho letto che le adesioni, specie all’inizio, sono state basse e i contagi non si sarebbero comunque fermati. Incrociando le dita, mi chiedo: mio figlio sarà davvero al sicuro? Chiara F.
La preoccupazione non solo di una, ma di tante famiglie. Ma anche quella espressa, non più tardi di ieri mattina, dai sindacati della scuola al Prefetto di Torino di fronte alla prospettiva di un ritorno in classe alle superiori a partire dal 70%, privilegiando le prime e le quinte classi, oltre agli alunni disabili. Puntando, però, al progressivo raggiungimento del 100% secondo le possibilità di ogni scuola. Nonostante le minuziose verifiche del Dirmei sull’andamento epidemiologico tra studenti, personale e insegnanti, che hanno dovuto però interrompere la profilassi vaccinale per dare priorità agli anziani, sul programma “Scuola Sicura” lanciato dalla Regione Piemonte i numeri non sono confortanti. Almeno in termini di adesioni al monitoraggio collettivo.
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Praticamente, meno di uno studente su quattro tra quelli iscritti e poco più di uno su otto in tutto il Piemonte è stato sottoposto con regolarità ai tamponi quindicinali previsti dalla campagna. In totale hanno aderito 428 plessi scolastici, pari al 69% e il 50,4% delle classi. Nel 42% delle classi ha aderito almeno il 50% degli studenti: 19.413 in tutto per un totale di 118 positivi asintomatici riscontrati (0,54%). Quasi tre volte più alti i contagi tra insegnanti esaminati: su 26.625 test sono stati 369 quelli positivi (1,39%). I controlli proseguiranno fino a luglio e si sta valutando se impiegare anche esami salivari come attività aggiuntiva, sebbene la preferenza vada ai molecolari con margini di sicurezza oltre il 60%.
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