l'editoriale
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01 Novembre 2022 - 08:10
Discutere una tesi di laurea all’aperto o in una sala comunale, in una giornata di fine ottobre. Peggio, presentarsi a uno dei più importanti appuntamenti della propria vita e scoprire che l’università è chiusa. Non per una scelta legata al risparmio energetico o il problema del “caro bollette”, ma per un fraintendimento o una dimenticanza di chi avrebbe dovuto aprire le porte agli studenti. Già, perché nonostante fossero stati pubblicati gli elenchi dei laureandi con tanto di indicazione della sala lauree di Scienze della formazione alla Certosa di Collegno, ormai da alcuni giorni, il custode dello stabile avrebbe comunicato soltanto in mattinata di essere in vacanza per il ponte di Ognissanti.
«Lo abbiamo scoperto solo questa mattina, quando le famiglie e gli studenti erano già in coda per entrare in facoltà» spiega il preside Cristiano Giorda. Un disguido che ha fatto diventare tragicomico quello che, in teoria, sarebbe uno dei giorni più belli della vita degli universitari convocati per discutere la tesi di laurea. L’amara scoperta è avvenuta attorno alle 8.30. Ovvero quando gli undici laureandi, famiglie, docenti e la commissione, per un totale di 130 persone, sono rimasti fuori. Non al freddo, per fortuna, viste le temperature ancora miti, ma nel più totale imbarazzo.
Così, se i primi due “dottori” sono stati proclamati all’aperto, altri otto sono stati accolti all’interno della Sala consiliare del Comune di Collegno che, nel frattempo, il sindaco aveva fatto aprire d'urgenza per dare quel tocco di aulicità a un evento così importante. «In un'ottica di collaborazione con UniTo, abbiamo subito aperto le porte», precisa il sindaco Francesco Casciano. Nel pomeriggio, gli studenti di Scienze della Formazione e gli altri compagni di università hanno poi discusso le tesi e sostenuto gli esami alla Certosa, che è stata riaperta.
Dimenticanza? Incomprensione? Poco importa. «Ma è assolutamente grave che un episodio del genere si verifichi in un giorno così importante e per una ragione simile: sfruttare un “ponte” per andare in vacanza e comunicare solo all’ultimo minuto che non sarebbe stata aperta l’aula della facoltà» commenta la presidente della commissione di laurea, Erminia Ardessino. Per tutti l'unica certezza è che gli studenti e le loro famiglie ricorderanno questo giorno per sempre. E forse, ancor di più, per l’inconveniente di aver trovato l’università chiusa.
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