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Gustavo Rol, il grande enigma: ecco l’uomo oltre la leggenda

il prodigioso rol

La copertina è verde, come verde era il colore cui Gustavo Rol legava i suoi poteri, quella «legge tremenda» che univa il colore verde alla quinta musicale, alla forza che sentiva dentro di sé. “Rol il prodigioso” si intitola il libro (edito da Il Punto Piemonte in bancarella, 17 euro) di Nico Ivaldi in vendita allegato al nostro giornale. Non l’ennesima storia sull’enigma Gustavo Rol, bensì l’avventura umana raccontata come fosse un romanzo. Un romanzo che è però ricco di aneddoti, di foto inedite concesse da Franco Rol, custode dell’archivio e della memoria, di suggestioni.

Una storia cominciata all’alba del secolo e che a Parigi, dove il giovane Gustavo lavora in banca per volontà paterna, vede la sua svolta, quando pur appellandosi al colore verde, Rol non riesce a convincere un cieco della possibilità di riavere la vista. È tra Marsiglia e Parigi che i giovane figlio di un avvocato-banchiere muove i primi passi verso quel mondo che lo renderà Rol, così, semplicemente. E mai semplicità può essere tanto complicata.

Lo studio dei propri poteri - o possibilità - partendo da un mazzo di carte, i viaggi in Europa, il servizio militare negli Alpini e il congedo dopo «guerra lampo» con il grado di capitano; l’attività di antiquario e quegli esperimenti che consentirono di salvare partigiani e popolani nella sua San Secondo di Pinerolo; la casa di via Pellico 31 insieme museo e luogo di incontri ed esperimenti - i tamburi napoleonici che suonavano da soli, i quadri dipinti grazie all’evocazione di spiriti guida -, il matrimonio con Elna e i tradimenti galanti. Un uomo, un enigma che ha attraversato la storia: amato da Einstein, odiato da Mussolini che pure lo salvò da Hitler, contestato e demifistificato da Piero Angela, quasi venerato in una cerchia che univa “Beppo” futuro re di maggio alla famiglia Agnelli, a Riccardo Gualino e Mario Soldati, passando nel secolo breve con un odore di rose e una sensazione costante di meraviglia, in primis la sua. Nel racconto di Nico Ivaldi c’è il Rol più intimo, quello che neppure la sua stessa leggenda narra abbastanza. In edicola con TorinoCronacaQui.

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