l'editoriale
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21 Aprile 2022 - 08:52
Ci sono libri che ti dicono che qualcosa si muove, in questo mondo, e che in America c’è una letteratura che vive e pulsa. David Joy, trentenne cresciuto alla scuola dei racconti e della pesca con la mosca, tra montagne, boschi e college per la scrittura creativa, è un esempio lampante. “Queste montagne bruciano” (Jimenez, 19 euro, traduzione di Gianluca Testani) è romanzo intenso e feroce, dove la scrittura sa di ruggine di un sogno americano che non è mai esistito, di fumo dei boschi che bruciano senza fine sui monti Appalachi tra le riserve Cherockee e la vita delle comunità devastate dalla crisi, decimate dalla droga raccontata con sguardo crudo che non è mancanza di pietà, lontano dal “procedural” e dall’esaltazione fashion-investigativa degli anni novanta.
Qui, nella frontiera che non è epopea, c’è un uomo dalla lunga barba, Ray, forestale in pensione, vedovo, aggrappato alla speranza che il suo ragazzo, il figlio quarantenne, un giorno torni «magari non per rubare». Perché suo figlio è un tossico e un tossico non vede niente più in là della prossima dose. E tornerà, certo, perché Ray possa salvarlo un’ultima volta, prima di decidere che ci sono limiti anche un padre può raggiungere.
Denny, invece, è un nativo: l’eroina è la sua compagna e la morte è qualcosa che può arrivare senza desiderarla, senza temerla. È davanti a lui che muore il figlio di Ray. Denny, per la droga, si è tramutato in un artista del furto, in un ladro di minuti di euforia chimica ad allontanare il dolore dell’astinenza. Ma che succede quando il suo spacciatore gli offre il patto ultimo, ossia uccidere un uomo?
Al tossico, al padre devastato si aggiunge il terzo lato di questo triangolo: l’agente federale Ron, che vuole stroncare almeno una parte di quel traffico mortale di droga, con l’aiuto di un agente infiltrato.
Le strade di questi tre uomini si uniscono, si incrociano, si separano, le vite si srotolano e i pensieri si accavallano, restano sospesi, come le faville degli incendi degli Appalachi nella notte.
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