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Ezio Bosso adesso ha una casa tutta torinese: pace fatta troppo tardi

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Roma, Auditorium Parco della Musica 19 12 2019 Orchestra dell'AccademiaNazionale di Santa Cecilia in prova, Ezio Bosso direttore. ©Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia Foto Musacchio, Ianniello & Pasqualini

Abitava a Londra e aveva una casa a Bologna, «il mio rifugio» la chiamava. Torino, invece, la città che gli aveva dato i natali, non era il suo luogo del cuore. «Questa Torino non mi vuole più bene» aveva detto in occasione del concerto al Flowers Festival di Collegno nel 2019, un anno prima di morire. Addirittura, diceva, «mi è quasi difficile definirmi torinese».

Ora una casa, un luogo del cuore, nella città sabauda Ezio Bosso ce l’ha, anche se postuma. È al civico 14 di via del Carmine, al Polo 900. Qui abita da oggi il suo archivio, quello che la sua famiglia ha affidato alla Fondazione Istituto piemontese A. Gramsci e che verrà reso fruibile tramite l’hub #9CentRo.

«Un dono alla Città di Torino - sottolinea l’assessore comunale alla Cultura Rosanna Purchia - ma anche un regalo all’Italia e al mondo». «Un percorso ragionato quello che ci ha portato a Torino - spiega Ivana Bosso, sorella del musicista -. Trattandosi di un archivio musicale sarebbe stato facile darlo in custodia agli archivi specializzati nel settore. Ma la cosa che ci piaceva qui al Polo è che potevano trovare casa anche gli oggetti e documenti importanti, il che darà legittimazione a progetti che verranno fatti in suo nome». E poi il Polo ‘900 si trova in una posizione strategica. È a due passi da piazza Statuto, storico ritrovo della band mod Statuto dove era iniziata l’esperienza musicale di Bosso. “Quando uno scopre di essere Mod, lo rimane per tutta la vita” si legge nella targa del giardino a lui dedicato nella piazza. Ed è a due passi da Palazzo Barolo, la residenza artistica voluta da Bosso e dove è conservato il suo pianoforte il “Gran Coda Blüthner”.

A comporre il Fondo sono spartiti musicali, le bacchette utilizzate per la direzione delle più prestigiose orchestre internazionali, il suo primo strumento, il contrabbasso, il primo disco da solista “The 12th Room”, la dodicesima stanza, i premi, le onorificenze, i quaderni di poesie e pensieri sulla musica, ma anche oggetti che parlano della vita privata del maestro, del suo amore per gli animali, come la domanda di adozione di un marsupiale che aveva inoltrato in Australia. Alcuni di questi oggetti verranno prossimamente esposti al Polo in una rassegna. Il fulcro centrale sarà dedicato a “The 12th room” - anticipa il futuro direttore del Polo Emiliano Paoletti - e in quei giorni al Polo si terranno attività dirette ai giovani».

Sì, perché questi materiali, come sottolinea il direttore uscente del Polo Alessandro Bollo, «verranno utilizzati non solo per la conservazione della memoria ma per produrre nuova conoscenza».

Tra i progetti, infine, il “Concerto omaggio a Ezio Bosso” che si terrà il 16 maggio prossimo, in occasione dei due anni dalla scomparsa del maestro, al Teatro Regio di Torino con la Filarmonica del Regio diretta da Michele Gamba.

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