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09 Maggio 2017 - 08:36
Al grido di «Vogliamo Mappano Comune» e «I mappanesi vogliono il Comune», un centinaio di persone si sono radunate sotto il municipio di Leinì in occasione del consiglio comunale straordinario in cui la maggioranza guidata dal sindaco Gabriella Leone ha portato alla votazione dell’aula la delibera con cui si chiede alla Regione di abrogare la legge di istituzione del Comune di Mappano. Una iniziativa simile sarà fatta anche da Settimo Torinese.
Ieri decine di mappanesi, compresi i candidati Francesco Grassi, Luigi Gennaro, Luigi Longobardi, Valter Campioni e Roberto Tonini, hanno inscenato la protesta davanti alla sala consiliare. Tanti anche gli attivisti del Movimento 5 Stelle, che da tempo sostengono la battaglia per l’autonomia, anche se Leini e Borgaro hanno deciso per la via dei ricorsi giudiziari ma anche per le prese di posizioni politiche. «Non siamo contrari all’autonomia di Mappano - spiega la Leone - ma come amministratori pubblici abbiamo l’obbligo morale di difendere i nostri concittadini. Dopo la fine del ricorso di Settimo, la Regione si è eclissata ma i problemi sono rimasti. Rischiamo uno sbilancio rispettivamente di 250mila e di 700mila euro. Per questo chiederemo un parere alla Corte dei Conti».
La delibera di abrogazione è una mossa per vedere come voterà poi il consiglio regionale, l’Ente che «ha deciso per l’autonomia di Mappano salvo poi non mantenere la promessa dello stanziamento delle somme necessarie ad evitare il default», attacca il sindaco di Borgaro, Claudio Gambino.
Nel frattempo, gli stessi candidati sindaci hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica, al prefetto di Torino, al sindaco metropolitano Chiara Appendino, al governatore Sergio Chiamparino e ai sindaci di Borgaro, Caselle, Leini e Settimo, per «testimoniare l’unità di Mappano e - si legge - il rispetto della legge regionale 1 del 2013 che sanciva la nascita del nuovo Comune».
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