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L’obiettivo della società è la riduzione degli sprechi con progetti di digitalizzazione e interventi puntuali

Siccità, perdite nell’acquedotto al 34%
Smat: «Ora ripariamo i tubi con il Pnrr»

Siccità,  perdite nell’acquedotto al 34%  Smat: «Ora ripariamo i tubi  con il Pnrr»

Il presidente di Smat, Paolo Romano

E’ una lotta contro il tempo quella intrapresa da Smat che punta, attraverso la tecnologia e i fondi del Pnrr, a ridurre le ingenti perdite dei nostri acquedotti a fronte di un clima di siccità che non sembra avere fine e che sta mettendo in seria difficoltà la nostra agricoltura.
La percentuale delle perdite delle tubature della rete idrica piemontese oscilla tra il 20 e il 34% con una media regionale del 32,2%. Una percentuale, seppur inferiore a quella italiana (40,7%), che risulta però di gran lunga superiore a quella dell’Ue (23%).
E’ quanto emerso durante il convegno di ieri “Acqua in un clima che cambia” per la Giornata Mondiale dell’Acqua. «Se continua così quest’anno l’estate sarà peggio della scorsa, rischia di essere da protezione civile, almeno nei comuni più svantaggiati» ha sottolineato il presidente di Smat, Paolo Romano, confermando l’allarme. «Oggi a rischio - ha aggiunto - è sicuramente l’agricoltura, ma senza infrastrutture è difficile intervenire».

L’acqua necessaria per dissetare la popolazione rappresenta solo il 10-15% della risorsa disponibile a fronte del 70-75% destinato all’irrigazione e del 15-20% usato nell’industria.

Con i fondi del Pnrr, Smat punta a ridurre le perdite idriche del 12% nel 2025, del 25% nel 2028 e del 30% nel 2030. In che modo? Con il progetto Smat-Asl To3 che riguarda 2 milioni di abitanti in 291 comuni, per il 50% in aree montane più colpite dalla siccità, «sostituiremo 356mila contatori e realizzeremo una nuova rete di trasmissione dati IoT con tecnologia LoraWan, ottenendo così tre letture di volume ogni 24 ore» ha spiegato il responsabile tecnico ATo3 Torinese, Giovanni Barberis. «Attraverso l’analisi dei dati e altri interventi di digitalizzazione - ha sottolineato il direttore generale Smat, Marco Acri -, capiremo dove intervenire, considerando che l’80% delle perdite sta nel 20% del volume. Servono un monitoraggio e una cura giornalieri».
L’altro intervento esposto ieri, finanziato dal Pnrr, riguarda l’acquedotto in Valle Orco. «I prezzi sono lievitati e dobbiamo realizzare il progetto in un terzo del tempo rispetto all’acquedotto della Val di Susa per sfruttare i 220 milioni di euro del Pnrr che permettono di coprire 41 comuni e 130mila abitanti - ha spiegato l’ad di Smat, Armando Quazzo, che si è detto comunque fiducioso -. Contiamo di chiudere la prima fase del progetto nelle prossime due settimane».

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