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Testa a testa: la sfida Damilano-Lo Russo ora si gioca al ballottaggio

lo russo damilano
Nulla di fatto al primo turno, ora la lepre diventa cacciatore. Tocca all’imprenditore Paolo Damilano, candidato sindaco per il centrodestra, rincorrere e tentare il sorpasso di Stefano Lo Russo, in corsa per i dem sotto la Mole. Dopo mesi di vantaggio sulla carta, Damilano è risultato secondo alla prova delle urne: con il 39% di preferenze l’imprenditore ora ha due settimane per cercare di recuperare il distacco sull’avversario, che ha incassato il 44% dei consensi.

DAMILANO RINCORRE «Torino e Roma sono ballottaggi tutti da giocare» il commento a caldo del leader della Lega Matteo Salvini che, solo pochi giorni, fa aveva accettato la scommessa di Damilano, che profetizzava una vittoria al primo turno. «Il centrodestra al ballottaggio è un risultato storico - commenta in ogni caso soddisfatto l’imprenditore -. La proposta della mia lista civica è stata accolta, siamo riusciti ad avvicinare i torinesi alla politica, anche se l’astensionismo è un problema enorme. Lavoreremo su questo nei prossimi quindici giorni». La strategia per ribaltare il risultato è chiara. «Ci concentreremo sulle periferie, chiedendo il loro aiuto per cambiare Torino» spiega Damilano, che si è visto in testa sia in Barriera di Milano che a Falchera.

L'ASSE PD-M5S Nemmeno il tempo di chiudere le urne, che Pd e M5s tornano a parlare di alleanze per sfondare al ballottaggio. «Il risultato è incoraggiante» commenta l’ex capogruppo dei dem in Sala Rossa Stefano Lo Russo e, quasi contemporaneamente, l’ex premier Giuseppe Conte torna a parlare di possibili assi, confermando che «non c’è alcuna suggestione nei confronti delle destre». La porta però resta aperta per un possibile accordo giallorosso. «Valuteremo per i ballottaggi le possibilità di un dialogo nei prossimi giorni» ha fatto sapere Conte. Ma se pure Roma apre, Torino (ancora una volta) chiude. «Nessun apparentamento - assicura Lo Russo, già durante lo spoglio -. Lo abbiamo detto fin dal primo turno, non ci sono esigenze di fare apparentamenti, ma soprattutto abbiamo una cosa che si chiama coerenza e in politica credo sia molto importante». Posizione netta, ribadita a più riprese nei mesi scorsi (e messa persino nero su bianco su suggerimento dell’alleato Moderato), che dovrà essere confermata nei fatti nelle prossime settimane. «Al ballottaggio nessuna indicazione di voto, ci collochiamo all’opposizione, orgogliosi del lavoro svolto nei cinque anni del nostro mandato» assicura, dal canto suo, anche la candidata pentastellata Valentina Sganga, che deve fare i conti con appena il 9% di preferenze.

LA SINDACA USCENTE Non è estranea alle dinamiche delle alleanze la sindaca uscente Chiara Appendino. «Questo voto conferma che siamo in una fase politica nuova e, a questo proposito, è molto importante il percorso iniziato da Conte, il cui risultato non si può ancora vedere con questo voto» spiega la sindaca. Il risultato elettorale del Movimento 5 Stelle «non è una critica al nostro operato - prosegue -. Il problema è la disaffezione alla politica e l’astensionismo. Io sono orgogliosissima di quanto abbiamo fatto: risanare i conti del Comune e salvare dal fallimento Gtt non ci ha portato consenso, ma lo sapevano. Non abbiamo lavorato per quello ma per i risolvere i problemi della città». Sulla possibilità che il suo Movimento sia il vero ago della bilancia al ballottaggio poi Appendino svia. «Non lo so, ma resto dell’idea di sempre: noi saremo all’opposizione» conclude e si dice concentrata sulla nascita del piccolo Andrea. «Fra tre settimane darò alla luce il mio secondo figlio e ora per me questa è la priorità» racconta e si commuove nel salutare i giornalisti nella sala stampa allestita in Municipio per seguire l’esito delle votazioni. «Seguirò le Atp, a cui tengo molto, e dedicherò più tempo alla mia famiglia, che ringrazio per il sostegno di tutti questi anni», conclude Appendino e con lei si chiude l’esperienza del governo pentastellato e monocolore a Torino.

QUANDO SI VOTA Per la seconda chiamata alle urne, l’appuntamento è previsto nei giorni di domenica 17 e lunedì 18 ottobre. Questa volta nella scheda la scelta sarà tra i due candidati rimasti in gara e non più tra i 13 del primo turno. La paura, ancora una volta, è quella che i torinesi possano disertare le urne. Fondamentali saranno i voti di coloro che non hanno più i loro favoriti in gara. Non solo l’elettorato dei Cinque Stelle, anche il sottobosco dei partiti della sinistra, a cui Lo Russo è stato particolarmente vicino durante tutta la campagna elettorale, potrebbero essere decisivi al secondo turno.
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