IL BALLOTTAGGIO. L’adunata di Lo Russo: «Uniti siamo più forti»

Chiama a raccolta i suoi il candidato sindaco del centrosinistra Stefano Lo Russo. A due passi dal quartier generale di corso Lione, il popolo dei dem si prepara ad affrontare la battaglia finale: il ballottaggio. «Ora ci attende la parte più difficile - non indora la pillola Lo Russo -. La partita sarà durissima, ma dobbiamo giocarla con entusiasmo e determinazione. Abbiamo solo dieci giorni di tempo e un week end a disposizione. Dobbiamo fare quello che sappiamo fare meglio: stare in mezzo alla gente». L’appello di Lo Russo ai militanti è quello di «rendersi disponibili». In altre parole, si replica la strategia del primo turno. In oltre 25 punti in città saranno presenti i banchetti del centrosinistra e il candidato invita i suoi a partecipare con «con un sorriso». La chiamata alle armi poi non si limita alla cinta daziaria, ma coinvolge anche i comuni della cintura. «La nostra forza è stare insieme. Abbiamo piena consapevolezza che la dimensione metropolitana della città potrà far ripartire il territorio torinese - spiega Lo Russo -. Molti processi di ripartenza economica partono da questa area vasta, di cui il sindaco è responsabile». Sulla stessa linea l’annuncio del segretario regionale del Partito Democratico Mimmo Carretta: «Nei prossimi giorni militanti e iscritti della provincia invaderanno Torino per volantinare nei nostri banchetti, per parlare con la gente, per accompagnarci in questo straordinario cammino. Ogni circolo “adotterà” una piazza, un quartiere una via per restare al nostro fianco e per dare forza a Stefano».

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A dieci giorni dal ballottaggio i toni nei confronti dell’avversario del centrodestra appaiono ovattati. «I toni della destra stanno cambiando, i nostri no. Sta affiorando una certa cattiveria nei nostri confronti» accenna Lo Russo, ma non si addentra nella polemica. Rispetto poi alla presa di posizione della consigliera Daniela Albano, prima tra i grillini a schierarsi con il centrosinistra, Lo Russo commenta: «Noi abbiamo detto più volte che al secondo turno chi decide di votare vota il progetto politico meno lontano da sé».