l'editoriale
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26 Gennaio 2022 - 07:06
Fumata nera. Il secondo giorno di votazioni per eleggere il presidente della Repubblica si chiude con un bis del primo. A farla da padrona durante la chiama di ieri è ancora una volta madama scheda bianca. L’assenza di nomi nell’urna indica chiaramente che le trattative sono in corso. Incontri, scontri e tradimenti la fanno da padrona e i tempi per arrivare a una conclusione si allungano. Difficile che un accordo di maggioranza venga raggiunto prima di venerdì.
Prima il centrodestra e poi il centrosinistra si sono riuniti per poter mettere sul tavolo i propri nomi e aprire così un dialogo con le fazioni opposte. Mentre il presidente della Camera Roberto Fico continua a estrarre dall’urna nomi come quello dello storico Claudio Baglioni e Alberto Angela, crescono i voti per Sergio Mattarella (39), a discapito dei numerosi segnali lanciati dal Presidente uscente che in questi giorni ha “pubblicizzato” a dismisura il trasloco nella nuova casa romana. Con tanto di divano di famiglia portato via dai traslocatori e materasso. Lo spoglio si è chiuso alle 19.39 con 527 schede bianche e 38 nulle, ma è fuori dalla Camera che si è consumato il vero scontro. Il primo a fare un passo avanti è il leader della Lega Matteo Salvini, che mette sul piatto il nome di Marcello Pera, vice presidente del Senato, filosofo e saggista. «Non è da tutti scrivere libri con il Santo Padre» sottolinea il leader del Carroccio. Il secondo profilo è quello di Letizia Moratti, ex sindaco di Milano e assessore alla Sanità. Il terzo nome è quello del giurista Carlo Nordio. «Non presentiamo nomi di dirigenti di partito, anche se c’è qualcuno a questo tavolo che avrebbe tutti i titoli per ambire a quella carica». E lo sguardo cade su Antonio Tajani, il coordinatore nazionale di Forza Italia, seduto al tavolo assieme a Salvini e Meloni. Non si fa attendere la risposta degli avversari politici. L’incontro tra Pd, M5S e LeU è durato quasi un’ora e mezza. «Non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi quella larga condivisione necessaria in questo momento» si legge in una nota congiunta di Conte, Letta e Speranza. La proposta viene bollata come «passo avanti utile al dialogo» ma è rispedita al mittente. Per cercare di uscire dall’impasse si terrà oggi un nuovo incontro tra i due schieramenti. «Non abbiamo voluto fare la guerra delle due rose - commenta Letta -. Adesso basta tatticismi e troviamo una soluzione condivisa. Chiudiamoci in una stanza a pane e acqua e togliamo la chiave fino a che non se ne viene a capo».
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