l'editoriale
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15 Settembre 2022 - 07:46
Quando Antonio Tajani, segretario nazione di Forza Italia, varca i cancelli della Spea di Volpiano, è ancora insistente il chiacchiericcio intorno al rapporto dell’intelligence Usa sui finanziamenti della Russia a partiti di Paesi esteri. «L’Italia non è coinvolta» ha assicurato nel pomeriggio di ieri il presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), Adolfo Urso, ma «da qui a venerdì le cose possono cambiare», ha aggiunto.
Tajani, nel caso in cui venisse fuori che qualche esponente della vostra coalizione è coinvolto, quali provvedimenti sarebbe giusto adottare? «Per quel che mi risulta, i soldi della Russia hanno rimpinguato le casse del Partito comunista per decenni. Il presidente del Copasir, dopo aver parlato con il responsabile dei servizi, ha detto che non ci sarebbero interferenze e finanziamenti che riguardano i partiti italiani, quindi mi pare assolutamente fuori ipotesi che ci siano italiani che sono stati aiutati dalla Russia».
Forza Italia inclusa? «Per quel che ci riguarda noi non siamo stati aiutati in alcun modo dalla Russia. Siamo assolutamente tranquilli».
Ci troviamo in una delle aziende leader nel collaudo microchip, largamente utilizzati anche nel settore dell’automotive. Quale futuro vede per questo comparto così strategico per il Piemonte? «Quello dell’automotive è sicuramente un comporto fondamentale per la nostra economia tutta. A livello italiano ed europeo. Bisogna fare molta attenzione anche alle scelte che si fanno per quando riguarda le politiche ambientali».
Cosa intende? «Noi non siamo stati favorevoli alla scelta di bloccare le produzioni di tutto ciò che non è elettrico a partire dal 2035. Abbiamo proposto una riduzione del 90% delle emissioni di Co2 per permettere di continuare la produzione di auto non elettriche almeno per una parte del comparto. Sappiamo bene che nel nostro Paese abbiamo una industria di componentistica fondamentale. Basti pensare che l’80% della produzione tedesca è costruita con componentistica italiana. Anche per questo dobbiamo essere molto prudenti. Aziende come quella in cui ci troviamo oggi, la Spea, si occupa di una tecnologia essenziale e noi dobbiamo sostenere questo comparto».
Ci dica, come sono gli umori all’interno della coalizione di centrodestra? «Ottimi, stiamo lavorando per vincere le elezioni. Parliamo di cose concrete. Non litighiamo, siamo uniti e coesi. Gli elettori nei collegi uninominali troveranno un candidato di centrodestra e quattro di centrosinistra. Tanto per far capire fin dalla scheda elettorale com’è la situazione».
Chi prende più voti indica il nome del premier, lo sappiamo, ma lei un pensierino non se l’è fatto? «Chi prende più voti avrà l’onere e l’onore - insieme a tutta la coalizione di fare una proposta al Capo dello Stato, sarà poi lui a indicare il nome di chi sarà incaricato di formare il nuovo governo. Ma una cosa per volta, vediamo prima di vincere».
A proposito, i sondaggi fino a una settimana fa dicevano che il duo Calenda-Renzi vi ha sorpassato. Non teme che con il “draghicidio” abbiate perso i voti dei moderati? (Ride) «Il quarto polo è destinato ad essere marginale, a fare la terza quota della opposizione. Per questo torno a dire che il voto dato al quarto polo è un voto assolutamente sprecato».
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