La voce trema, ma solo per un secondo. Nonostante gli sforzi,
Giorgia Meloni non riesce a trattenere l’emozione nel prestare giuramento davanti al
Presidente della Repubblica.
Sergio Mattarella, di contro, le rivolge un sorriso dolce, quasi paterno. La nuova presidente del Consiglio recita la formula a memoria, guardando fissa davanti a sé. E viene da immaginarsela mentre ripete il cerimoniale ad alta voce. A casa, forse davanti allo specchio o al compagno che, insieme alla figlioletta Ginevra, era in prima fila ad applaudirla.
Si è trattato di una delle pochissime occasioni in cui la
figlia di
Meloni è stata mostrata ai media. Durante la campagna elettorale e anche prima la
presidente del Consiglio è stata molto scrupolosa nel proteggere l’immagine della piccola, che ieri sedeva tra i parenti, poco distante dalla bambina di
Matteo Salvini.
Ginevra, con il suo vestitino bianco da bambola di porcellana e la sua timida dolcezza, ha rubato per un attimo la scena ai ministri che, ieri mattina, hanno popolato la
Sala delle Feste del
Quirinale. Dopo di lei, solo il vistoso anello di diamanti sfoggiato da Meloni per il giuramento, ha distratto gli spettatori della sacralità del momento istituzionale.
La squadra dei ministri al gran completo si è mostrata subito allegra e chiacchierina. I due vicepremier
Salvini e
Antonio Tajani erano gomito a gomito, il gigante
Guido Crosetto si è sistemato in seconda fila. Appare elegantissima in bianco l’ex presidente del Senato
Maria Elena Casellati. Il vociare si è interrotto improvvisamente quando ai nuovi ministri è stato distribuito un foglio. È la formula del
giuramento. Tutti si concentrano per memorizzarla al meglio, ma solo il piemontese
Giuseppe Valditara – oltre a Meloni ha dato sfoggio di averla imparata a memoria. In un segno di attenzione e di rispetto per le istituzioni a cui, forse, non siamo più abituati. D’altro canto, Meloni controlla tutti, uno per uno. Mentre sfilano davanti al presidente Mattarella osserva prima severa il giuramento e poi allenta – idealmente - la presa.
Per primi passano i vicepremier. Salvini deve mettersi gli occhiali per leggere bene il giuramento. Un sorriso complice viene riservato alla ministra
Eugenia Maria Rocella, a cui è affidato il ministero della Famiglia, Natalità e Pari Opportunità e che è stata, fin da subito, aspramente criticata per le sue posizioni anti abortiste. Si legge una particolare emozione sul volto di Meloni anche per il giuramento dell’ex magistrato
Carlo Nordio, già nome di riferimento per Fratelli d’Italia nella corsa al Colle, oggi ministro alla Giustizia. C’è poi la complicità di chi ha iniziato insieme negli sguardi tra
Crosetto e la premier. Quando tocca a
Giancarlo Giorgetti, la cravatta verde riporta subito alla mente i conflitti interni alla Lega. Pare che sia stata proprio la sua nomina a ministro all’Economia a sbloccare le trattative per la formazione del nuovo governo e a mostrare una notevole capacità tattica da parte di Meloni. La premier, da un lato, ha affidato alla Lega un dicastero tra i più importanti. Ma, dall’altro, ha scelto la figura più lontana da
Matteo Salvini all’interno del Carroccio per ricoprire l’incarico. Appare emozionato anche il meloniano doc
Francesco Lollobrigida, a cui è toccato uno dei ministeri che più sta facendo discutere in queste ore: quello all’Agricoltura e Sovranità alimentare. Si muove a suo agio nella Sala delle Feste
Roberto Calderoli, veterano di faccende parlamentari, unico tra i ministri ad aver optato per uno spezzato in questa occasione così formale.
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In poco più di mezzora tutti i ministri hanno firmato e il nuovo governo ha giurato nelle mani del Presidente e davanti a una copia della prima
Costituzione, che di governi ne ha già visti ben 68. «Adesso subito al lavoro» il tweet telegrafico di Meloni