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Economia

La Bce annuncia il primo taglio dei tassi del 2025: come risparmiare subito sui mutui e i finanziamenti

L'inflazione risale al 2,4%, ma gli esperti sono fiduciosi sul raggiungimento dell'obiettivo a medio termine

La nuova sede della Banca Centrale Europea/Fonte Instagram

La nuova sede della Banca Centrale Europea/Fonte Instagram

La Banca Centrale Europea si prepara a un ulteriore taglio dei tassi di interesse, il primo del 2025, dopo aver abbassato il costo del denaro già quattro volte nel 2024. La riunione del 30 gennaio, infatti, segnerà l’inizio di un nuovo ciclo di allentamento monetario, con una riduzione attesa di 25 punti base. L’obiettivo è dare una spinta alla crescita economica dell’Eurozona, che rimane sottotono, soprattutto a causa della debolezza dell’industria tedesca. Gli analisti prevedono che anche il mese di marzo potrebbe vedere un altro intervento simile.

Nonostante un’inflazione in risalita, che a dicembre ha raggiunto il 2,4%, la BCE mantiene fiducia nel raggiungimento del suo obiettivo a medio termine del 2% nel periodo 2025-2026. Il rischio per la Banca Centrale Europea è che la crescita in tutta l'Eurozona stenti a decollare, e quindi è necessario continuare con politiche monetarie più favorevoli.

Un discorso simile vale per il Regno Unito. La Bank of England è attesa a un possibile taglio dei tassi entro la prima settimana di febbraio, con una riduzione di 25 punti base prevista dagli esperti. A dicembre, l’inflazione è scesa al 2,5%, mentre la crescita economica resta anemica, spingendo la BoE a valutare misure per stimolare l’economia.

Oltre Atlantico, la Federal Reserve ha già abbassato i tassi tre volte nel 2024, portandoli tra il 4,25% e il 4,50%. Nella riunione del 29 gennaio, non è atteso un nuovo taglio, con la Fed che preferisce mantenere l’attuale livello di tassi vista l’occupazione ai massimi storici e l’inflazione ancora relativamente alta, al 2,7%. Tuttavia, le tensioni geopolitiche e le politiche di importazione, come le possibili nuove tariffe, potrebbero influire sulle decisioni future.

Per i mutui, la discesa dei tassi di interesse porta un vantaggio tangibile per i mutuatari. Ad esempio, il tasso medio per i mutui a 20 e 30 anni a tasso variabile è sceso a dicembre sotto il 4%, con le migliori offerte che si aggirano attorno al 3,49%. Un taglio di un quarto di punto alla fine di gennaio ridurrebbe il TAN medio al 3,68%, con la rata mensile di un mutuo da 150.000 euro a 20 anni che potrebbe calare di circa 19 euro, portando a un risparmio di 4.700 euro sugli interessi. Se i tassi continuassero a scendere, i mutui potrebbero risultare ancora più economici, con un risparmio di oltre 13.000 euro sui 20 anni.

Tuttavia, nonostante il calo dei tassi variabili, il mutuo a tasso fisso rimane la scelta preferita per molti. Il TAN più conveniente per il fisso attualmente è il 2,46%, con una rata mensile di 792 euro, che attira la maggior parte dei mutuatari (99,5% nel quarto trimestre 2024). Questo scenario potrebbe cambiare, però, se i tassi variabili continuassero a scendere e arrivassero a pari livello con quelli fissi. 

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