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In “salotto” col materassino, una svastica sfregia la chiesa

materassino svastico
Un materassino gonfiabile, una stuoia e un ombrellone. Manca soltanto il mare in piazza Cln, dove un gruppo di clochard “vacanzieri” ha deciso di insediarsi in questi giorni tra le proteste di cittadini e commercianti. A rendere il tutto più “grottesco” è anche una svastica disegnata al contrario, subito cancellata con un simbolo della pace, comparsa sul mosaico sul muro della chiesa di San Carlo che rappresenta la planimetria degli edifici del piano di risanamento del centro. A lamentare lo stato di abbandono di quel tratto di portici sono ancora una volta i nostri lettori: «Tutto davvero naif - dice Francisca -, peccato però che il mosaico policromo non sia fruibile dai turisti perché sporcato, imbrattato e gravemente deturpato: sono comparse macchie nere, bottiglie appoggiate, con tanto di svastica. E’ l’ennesimo scempio o arte concettuale da ammirare anche questa? - si domanda sarcasticamente -; mettiamola in catalogo, Artissima è alle porte». Non resta altro da fare che prenderla con un po’ di ironia. Dal momento che il Comune non sembra essere in grado di mantenere il decoro. Da tempo infatti una coppia di clochard dimora in piazza Cln costruendosi veri e propri appartamenti di cartone per proteggersi dalle intemperie. A nulla sono servite le continue segnalazioni o le garbate fioriere messe dalla pasticceria della star di Masterchef, Igino Massari, per mascherare ai clienti l’enorme giaciglio. «Fanno i loro bisogni ovunque, anche sul muro della chiesa, l’aria è irrespirabile» sottolineano alcuni commercianti della zona. E se i cittadini sembrano ormai averci fatto l’abitudine alle “stramberie” dei senzatetto, i turisti guardano quasi divertiti i materassini utilizzati per prendere il sole e dormire di notte. Ma i bivacchi spuntano anche altre zone della città, come via Roma, via Viotti, Galleria San Federico e tante altre strade del salotto buono di Torino che continuano a essere occupate dai disperati. A nulla sono serviti i numerosi appelli dei comitati al Comune per trovare soluzioni alternative per queste persone, o per lo meno per installare dei bagni chimici. Appelli caduti nel vuoto anche quelli in piazza Statuto. Lì gli “invisibili”, nonostante le ripetute proteste, sono tornati davanti al bancomat dell’Unicredit proprio dove erano stati piazzati i tanto discussi panettoni di cemento “anti-clochard”.
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