Il loro lungo viaggio è finito nella notte. Almeno per il momento. Alcune famiglie di profughi afgani, un centinaio di persone circa, saranno ospitate dal centro Fenoglio della Croce Rossa, a Settimo Torinese. L’ultima tappa, per ora, di un viaggio lunghissimo e che nessuno di loro avrebbe voluto fare.
In fuga da Kabul e dal regime dei talebani, gli ex collaboratori dell’Esercito italiano sono riusciti a imbarcarsi su un C130 dell’Aeronautica Militare. Hanno poi fatto scalo in Kuwait e infine sono giunti a Roma Fiumicino. Uomini, donne e bambini, quasi tutti scappati con i soli vestiti che indossavano e alcuni senza neanche più quelli, cambiati con delle vesti fornite dall’Esercito. Negli occhi la paura per gli orrori vissuti in aeroporto dopo la caduta di Kabul e la folle corsa verso la salvezza, tra sparatorie, assalti agli aerei e le altre immagini drammatiche che tutti abbiamo potuto vedere in questi giorni in televisione e che loro hanno invece vissuto sulla propria pelle. Sperduti e impauriti in un mondo a loro sconosciuto, molti senza neanche saper parlare italiano o inglese, i profughi si sono sottoposti con pazienza a tutta la lunghissima trafila burocratica necessaria a farli entrare in Italia.
Infine, ieri alle 18, erano ormai pronti a salire sugli autobus che li avrebbero portati fino a Settimo Torinese, al centro Fenoglio che già in passato è stato il centro nevralgico piemontese nella gestione delle varie ondate migratorie e dove ieri fervevano i preparativi per ospitare queste prime cento persone alle quali, c’è da scommetterci, nei mesi a venire ne seguiranno molte altre. Non più in aereo ma per la ben più ardua e pericolosa rotta di terra, attraverso i Balcani e fino all’Europa.
«Il Fenoglio - spiega la direttrice, Francesca Basile - è sostanzialmente diviso in due grandi aree: il Centro accoglienza e integrazione, che ospita una settantina di persone in pianta stabile, fino al loro inserimento nella società, e il Centro quarantena». È in quest’ultimo che troveranno casa, per i prossimi dieci giorni, i profughi atterrati ieri a Roma. Finita la quarantena sanitaria, i vari nuclei famigliari saranno inviati in diversi comuni del Torinese e non solo che si sono già fatti avanti per ospitare i profughi in fuga dalla guerra. Qui dovranno crearsi una nuova vita, con nel cuore il terrore per la sorte dei parenti e degli amici che non sono riusciti a fuggire.
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«Il centro Fenoglio - ricorda la sindaca di Settimo Torinese, Elena Piastra - è da 15 anni a disposizione delle emergenze nazionali e internazionali. Da qui la scorsa settimana sono partiti mezzi e aiuti per gli incendi in Sardegna. I profughi si fermeranno qui per la prima accoglienza solo alcuni giorni - conferma anche la prima cittadina settimese - per poi andare nelle altre città italiane all’interno dei progetti di accoglienza e protezione».
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