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20 Gennaio 2022 - 07:54
«Michela ha vinto la sua battaglia. Dopo 8 anni di inutili sofferenze ha potuto lasciare il suo letto-bara e volare via libera». Così mamma Angelina e papà Franco hanno annunciato la morte della loro figlia. Michela Dal Bello aveva solo 35 anni, gli ultimi 8 dei quali trascorsi in un letto di ospedale, in coma irreversibile a causa delle conseguenze di un incidente stradale avuto 10 anni prima. Si è spenta martedì a Santena: «Michela ha aperto le sue ali ed è volata via» ha scritto su Facebook il papà, che sullo stesso social a luglio si era invece sfogato: «Sfortunata al punto di non riuscire a morire».
La storia di Michela, papà Franco l’aveva raccontata tante volte. Ma dopo 8 anni, ancora non riusciva a trattenere le lacrime, come a dicembre, quando era intervenuto a Chivasso - città di cui sono originari - a un convegno sulla “Libera scelta sulla fine vita”. Michela aveva avuto un incidente d’auto quando aveva 17 anni: aveva battuto la testa ed era andata una prima volta in coma. Dopo 20 giorni aveva riaperto gli occhi: quasi un miracolo, così come il ritorno alla normalità. «Ci era voluto un anno e mezzo» ha spiegato alla platea papà Franco. Michela nel 2013 aveva anche aperto un negozio a Chivasso, in via Po, ma dopo pochi mesi quel destino cui era scampata 10 anni prima è tornato a bussare alla sua porta. «Faceva fatica a respirare, così l’abbiamo portata in ospedale - ha ricordato il padre - Lì hanno scoperto che la cicatrice della tracheotomia fatta dopo l’incidente si era ingrossata. L’hanno operata, doveva essere una cosa di pochi giorni ma è sopraggiunta un’infezione. C’era il defibrillatore e l’hanno salvata. Hanno salvato il suo corpo, ma non Michela».
Da quel giorno quella che per Franco e Angelina era sempre la loro bambina, non ha più riaperto gli occhi. I suoi sogni si sono spenti ma non il suo cuore, tenuto in vita dalle macchine. «Lei non avrebbe mai voluto rimanere in questa situazione - ha ricordato ancora una volta il padre - avendo già avuto l’esperienza precedente, sapeva cosa voleva dire. La medicina ha fatto grandi progressi, ma non può sostituirsi alla natura».
La veglia di preghiera sarà celebrata oggi alle 20.30 presso la parrocchia di Sant'Antonio Abate di Aramengo. I funerali saranno celebrati domani alle 15, sempre presso la stessa parrocchia.
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