In teoria controllava la qualità della carne di macellerie e supermercati, in pratica andava a far la spesa oppure si fermava al bar. È l’accusa che la Guardia di finanza muove a una dipendente dell’Asl di Chieri, denunciata per truffa e false attestazioni delle presenze. Ora è stata anche sospesa dal lavoro per tre mesi: «Ho sbagliato ma andavo da mio figlio - replica la donna attraverso il suo avvocato, Cristina Migliazza - In quel periodo ha iniziato a mostrare disturbi riconducibili all’autismo».
L’indagine è stata condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino e coordinata dal pubblico ministero Giovanni Caspani. Ma non è partita dall’azienda sanitaria, che parla di «condotta ineccepibile» da parte della dipendente. La donna, 51 anni, vive a Moncalieri ed è un tecnico della prevenzione, vigilanza e ispezione in materia di igiene e sanità veterinaria. I finanzieri torinesi l’hanno pedinata da gennaio a giugno 2021: fotografie, filmati e tabulati telefonici dimostrano che andava a casa sua, da parenti, a fare spese.
«Sono sola e ho un figlio alle elementari che ha iniziato a mostrare disturbi riconducibili all’autismo - si è difesa la donna durante gli interrogatori, come riporta il suo avvocato - Mi assentavo dal lavoro per lui. Ma non potevo chiedere permessi perché in quel periodo eravamo precettati a causa dell’emergenza sanitaria». In tutto avrebbe maturato più di 90 uscite e oltre 180 ore di assenza non autorizzate: «In un caso è andata al mercato di Porta Palazzo ed è stata multata per divieto di sosta» sottolinea la Gdf.
L’accusata replica punto su punto: «Ero autorizzata a pranzare al bar, come qualunque dipendente dell’Asl. Poi può essere che sia andata al Carrefour di Moncalieri, che si trova proprio sotto l’ambulatorio di Neuropsichiatria infantile. Accanto a Porta Palazzo c’è lo studio privato di un neuropsichiatra. Quando andavo dai miei genitori o a casa, era sempre per mio figlio: alla sua scuola si accede dal cortile del nostro palazzo».
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Al di là di queste spiegazione, l’indagata ammette le sue colpe e si dice molto dispiaciuta. Adesso la sua posizione è stata comunicata alla Procura regionale della Corte dei Conti, che dovrà calcolare il danno erariale e avviare il recupero delle somme percepite ingiustamente
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