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18 Febbraio 2022 - 08:28
La protesta con i trattori in strada dello scorso venerdì comincia a sortire i primi effetti. Sarà convocato a breve un tavolo tecnico per valutare eventuali aggiornamenti del progetto della variante Lombardore-Front alla Statale 460, di cui si stanno occupando gli uffici tecnici della Città metropolitana di Torino, su incarico della Regione Piemonte.
È questo l’esito del confronto tra la Città metropolitana e la Coldiretti, che ha illustrato le motivazioni della richiesta di apportare alcune variazioni al progetto che potrebbero evitare danni all’attività di una trentina di aziende agricole della zona. La nuova variante, così come delineata da un progetto redatto una decina di anni orsono e oggetto di un aggiornamento di cui si sta occupando la Città metropolitana, attraversa suoli agricoli fertili, per collegare la zona di Lombardore con Front Canavese bypassando i centri abitati e fornendo un’alternativa alla statale 460 del Gran Paradiso a servizio delle zone industriali di Busano e Rivara.
«Abbiamo spiegato alla delegazione della Coldiretti che intendiamo spendere nel miglior modo possibile i 200mila euro che la Regione ha trasmesso alla Città Metropolitana per finanziare l’aggiornamento del progetto - annuncia il vicesindaco metropolitano, Jacopo Suppo -. È impraticabile una revisione totale del progetto, che è già stato a suo tempo oggetto di concertazione con i Comuni interessati e di variazioni ai Piani regolatori comunali. Detto questo, dal tavolo tecnico che intendiamo convocare in tempi strettissimi possono scaturire soluzioni in grado di diminuire l’impatto della nuova arteria sulle aziende agricole».
«Abbiamo dato un segnale di ascolto al territorio - sottolinea il consigliere metropolitano, Pasquale Mazza -. Auspichiamo che dal tavolo tecnico emergano soluzioni in grado di venire incontro almeno parzialmente alle esigenze segnalate dalla Coldiretti».
Nell’incontro, la delegazione della Coldiretti torinese ha anche chiesto alla Città metropolitana di farsi interprete dell’esigenza che il valore da assegnare ai terreni espropriati debba corrispondere ai prezzi di mercato e tenere presente il danno che gli espropri di porzioni dei fondi coltivati arrecano alla gestione economica complessiva delle aziende agricole.
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