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25 Febbraio 2022 - 09:10
Foto Depositphotos
Alla fine, sono stati tutti condannati i “parenti serpenti” che, costretti a essere vicini di casa, litigavano a colpi di secchiate d’acqua e (talvolta) anche di asce e bastoni.
Si tratta dei coniugi di due sorelle che vivevano in due villette confinanti dalle parti di Val della Torre. Il giudice Paolo Gallo ieri, accogliendo in gran parte la tesi accusatoria, ha condannato due coniugi (una delle due sorelle a mille euro di multa e il marito a otto mesi) per minacce e molestie, derubricando il reato di stalking condominiale, contestato dal pubblico ministero. Il marito della sorella è stato anche condannato, in continuazione, per altri episodi di minacce e lesioni nei confronti del “rivale”, il marito della seconda sorella. Il giudice infine ha inflitto sei mesi e dieci giorni per lesioni e minacce al terzo imputato, che al processo è costituito parte civile (riguardo allo stalking condominiale) insieme alla moglie, la seconda sorella. Entrambi sono assistiti dall’avvocato Pasquale Ventura. Il giudice ha ordinato anche provvisionali per un totale di 3800 euro.
L’inchiesta è stata coordinata dal pm Stefano Castellani, che, a un certo punto, temendo che i continui litigi a colpi di ascia finissero in una strage, aveva chiesto e ottenuto dal gip la misura del divieto di avvicinamento per una coppia. «Appena lo becco nel bosco lo faccio fuori». «Chiamo la camorra e vi faccio saltare in aria». Erano alcuni degli insulti proferiti dai cognati, che si affrontarono con botte, morsi, e cartelli affissi sui cancelli dell’avversario. Uno di questi, rivolto a una delle due donne, recitava: «Pazza squilibrata».
La storia della discordia era iniziata nel 2014, per questioni legate a denaro e divisione della casa tra le sorelle. I problemi non si erano mai risolti, anzi. Dal 2018 i cognati dalle parole erano passati alle mani, lanciandosi legni e mattoni dai cortili e impugnando bastoni, pistole scacciacani e asce. Uno dei due, stremato, aveva querelato per atti persecutori e lesioni il rivale e la sorella della moglie. «Figlio di puttana, ti ammazzo, ti faccio saltare la casa con una bombola del gas», «Ti porto nel bosco e ti uccido», alcune delle minacce proferite.
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