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È allarme siccità in Piemonte: «Chiudere i rubinetti di notte»

Siccità
Nel Bacino Padano il fabbisogno d’acqua è alto ma tutte le disponibilità sono «in esaurimento» in quella che è una crisi «con valori mai visti da 70 anni». È il nuovo allarme che arriva dall’Osservatorio sugli utilizzi idrici del grande fiume riunito a Parma in seduta straordinaria, sotto la presidenza di Francesco Vincenzi, con Autorità del Po, Regioni, portatori d’interesse, protezione civile. Allo scenario già molto critico, «si aggiunge la previsione di mancanza di piogge e il persistere di alte temperature sopra la media».

Acqua potabile tra i settori per i quali l’Osservatorio sul fiume Po evidenzia criticità dovute alla siccità. Nella riunione straordinaria a Parma è emerso che Utilitalia, in rappresentanza delle multiutility del servizio idrico integrato, ha confermato che l’attenzione è anche e soprattutto per le forniture di risorsa per il potabile. Ci sono un centinaio di comuni in Piemonte e 25 in Lombardia in cui l’associazione chiede ai sindaci eventuali sospensioni notturne per rimpinguare i livelli dei serbatoi con ordinanze mirate a un utilizzo estremamente parsimonioso dell’acqua.

La siccità del bacino del Po incide pesantemente anche sul settore idroelettrico: la produzione è “in stallo” e all’orizzonte c’è preoccupazione per la quantità d’acqua necessaria a raffreddare le centrali. È questo, in sintesi, quanto emerso dalla riunione dell’Osservatorio. Nel summit è intervenuta Terna, tra i soggetti partecipanti, che ha sottolineato come in prospettiva delle prossime settimane si attesta la progressiva scarsità di risorsa utile per il raffreddamento adeguato delle centrali elettriche.
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