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10 Agosto 2022 - 08:12
Capre spostate da un’azienda agricola all’altra, da un pascolo all’altro, per ingannare l’Unione Europea, facendo credere che gli animali fossero più di quanti erano realmente e incassare i contributi europei.
Quasi un gioco delle tre carte, con gli animali spostati da un punto all’altro, fino a quando i carabinieri forestali non hanno scoperto l’inganno, procedendo alla denuncia di quattro persone.
Il meccanismo era abbastanza semplice: gli ovini venivano venduti e ricomprati in maniera fittizia al solo scopo di carpire indebitamente i contributi comunitari legati alla politica agricola comune (Fondo europeo agricolo di garanzia). Un trucco che avrebbe fruttato 225mila euro.
Tre le aziende coinvolte nell’inchiesta. Una con sede “ufficiale” in alta Val di Susa ma sede effettiva a Collegno. Un’altra, che prestava gli ovini, aveva sede a Piossasco e la terza a Villar Focchiardo. Quattro le persone, legate alle tre aziende finite nei guai, che sono state denunciate per truffa.
L’indagine è iniziata nell’estate del 2021 dopo una verifica in un allevamento di ovicaprini nella bassa Valle di Susa: all’appello, come è stato scoperto, mancavano però più di trecento capi che dovevano essere presenti in teoria avrebbero dovuto essere presenti in azienda perché registrati nella banca dati zootecnica e che invece erano in un pascolo di Carmagnola.
I carabinieri del gruppo forestale hanno avviato gli accertamenti e hanno così scoperto che il bestiame era stato ceduto a tempo determinato ad altre società e poi riacquistato nel corso della medesima stagione. In questo modo, secondo gli inquirenti, passavano da un’azienda all’altra solo per il periodo necessario ad attestare la presenza al pascolo e ottenere il relativo premio dall’Ue.
I carabinieri forestali hanno anche eseguito sequestri preventivi per oltre 160mila euro sui conti degli indagati. Sono anche stati bloccati i titoli che danno diritto al pagamento diretto nella disponibilità delle società agricole coinvolte.
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