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Dai parcheggi assenti al ponte chiuso: «Viabilità in collina tutta da rivedere»

Cavoretto
Ponti da costruire, passerelle in cattive condizioni, parcheggi che mancano. L’estate dei cittadini di Cavoretto e Borgo Po passa anche da un lungo elenco di proposte, già inviato al Comune di Torino, inerenti alla viabilità della zona collinare e pre-collinare. Un appello a portare avanti tutta una serie di progetti che migliorerebbero la vita delle famiglie della Circoscrizione 8. Analizziamo qui alcune delle proposte.

Ponti e collegamenti

La pista ciclabile che corre lungo corso Moncalieri, sulla sponda destra del Fiume Po, presenta una criticità. All’altezza della zona del Pilonetto viene chiesto un rifacimento del ponticello, chiuso da sei anni, che transita sul rio Sappone. Oltre a una continuazione del tracciato stesso. Mentre sempre restando sul tema, in corrispondenza della passerella Turin Marathon con collegamento sottopasso Lingotto, viene proposta la costruzione di nuovo ponte sul fiume Po che avrebbe come obiettivo quello di ridurre l’inquinamento atmosferico lungo corso Moncalieri, corso Bramante e piazza Carducci. Un progetto di cui si parlava quasi cent’anni fa, sempre rimasto nel cassetto. Sul tema Po si tocca anche un altro tassello: il ripristino della navigazione fluviale sul fiume da Moncalieri ai Murazzi come linea di trasporto.

Parcheggi e gallerie

A Cavoretto servono i parcheggi. Lo sottolineano i cittadini che chiedono di valutare la possibilità di creare nuovi posti auto adiacenti alla proprietà dell’ex hotel Mayerling, recuperati da uno spazio ora adibito a bosco. Oltre alla rivalutazione del progetto del collegamento stradale che unisce viale XXV Aprile con strada della Creusa. «Tale intervento - spiega Roberto Mammoliti, uno dei cittadini -, ridurrebbe notevolmente il traffico e intasamenti nel “budello” di strada ai Ronchi e alleggerirebbe la trafficata strada antica di Cavoretto, già oggetto di lamentele per rumore e inquinamento».

La stazione

A parte è, forse, il discorso della stazione di pompaggio chiamata - dopo sei anni di lavori - a mettere in sicurezza il Fioccardo, evitando il ripetersi dei pericolosi allagamenti. Ma il dubbio rimane: «Ci chiediamo se funzionerà davvero»
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