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29 Agosto 2022 - 13:39
«Mi ha bruciato» urlava Liz Barros nella notte fra domenica e lunedì. Si riferiva al compagno Valeri Anzalone: secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il 34enne di origini bielorusse ha preso una tanica di liquido infiammabile e ha dato fuoco alla casa dove la coppia viveva in via Lombardore 277, a Leinì. Ora sia lui che la donna, 38enne nata in Perù, sono al Cto di Torino: hanno ustioni su almeno metà del corpo, sono intubati e in prognosi riservata. Ma non sono in pericolo di vita. E lui è in stato di arresto con l’accusa di tentato omicidio.
Prima dell’incendio
Guardando i profili sui social network, Barros e Anzalone sembrano una coppia felice e innamorata: lei, peruviana, operatrice sanitaria di 38 anni, con una figlia sui 20 che aveva vissuto con lei in corso Francia, a Torino; lui idraulico di origine bielorussa ma adottato e da una vita in Italia. Scorrendo le loro foto, si vedono tanti sorrisi durante le vacanze a Venezia e in Puglia, l’ultima di soltanto una decina di giorni fa. Sullo stesso social network scrivono che convivono dal 26 aprile 2021. Ma non sempre in via Lombardore 277, una casetta bifamiliare immersa nelle campagne di Leinì: «Sono arrivati solo due mesi fa» riferisce Mircea Serban, che vive al piano terra con la moglie e i due figli. E che, all’inizio dell’estate, ha visto arrivare la coppia di nuovi vicini al piano di sopra: «Sappiamo solo che hanno comprato l’alloggio tramite agenzia» alza le spalle Serban. Che poi ammette: «Volevo saperne di più, alla fine qui ci siamo solo noi e loro. Ho anche pensato di chiedere i carabinieri». Perchè? «Lui non ci aveva fatto una bella impressione. Però non li abbiamo mai sentiti litigare in maniera violenta». E non risultano denunce da parte di lei.
Il litigio
Di certo domenica sera è successo qualcosa, poco dopo le 23. Ma, al momento, si entra nel campo delle ipotesi: secondo i carabinieri di Leinì e la procura di Ivrea, che indagano sull’accaduto, la coppia ha discusso molto animatamente. Perchè? Potranno dirlo solo loro, quando staranno meglio. Di certo c’è che c’entra una tanica di liquido infiammabile: Anzalone l’avrebbe sparso per l’appartamento, poi sarebbe andato nella stanza da letto e avrebbe dato fuoco. In pochi secondi lui e la compagna sono stati avvolti dalle fiamme, così come l’alloggio: «Noi dormivamo, ci hanno svegliato le urla di lei - ripercorre ancora il vicino del piano di sotto - Diceva “Aiuto, aiuto, chiamate l’ambulanza”. Noi siamo usciti e abbiamo visto il fumo che usciva». Oltre a chiamare il 112, Serban ha chiuso il gas, è salito al piano di sopra e ha portato via la tanica utilizzata per appiccare l’incendio: «Era nell’ingresso, un paio di metri dopo la porta». Nel frattempo Anzalone e Barros sono riusciti a scendere in giardino: «Lei urlava “Mi ha bruciato». Poco dopo sono arrivati ambulanze, vigili del fuoco e carabinieri: i pompieri hanno domato le fiamme, lasciando nel giardino vestiti, mobili e porte bruciati. Invece i due feriti sono finiti in “codice rosso” al Cto di Torino: entrambi intubati e in prognosi riservata, non sono in pericolo di vita. Lei ha il 50% del corpo ustionato, lui il 60% ed è stato operato nella giornata di ieri.
L’indagine in corso
I carabinieri hanno sequestrato tanica e appartamento. E ora indagano per chiarire che cosa abbia scatenato l’incendio. L’ipotesi è che Anzalone abbia deciso di dare fuoco alla compagna e all’appartamento: lo dimostrerebbe la tanica, pare portata da lui. Poi ci sarebbero «altri elementi» su cui la procura di Ivrea preferisce non sbilanciarsi. L’inchiesta è appena stata aperta ma, nella giornata di ieri, gli inquirenti hanno già deciso di procedere con l’arresto del 34enne. Dovrà rispondere dell’accusa è di tentato omicidio.
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