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04 Settembre 2022 - 08:09
La magica terrazza panoramica, una volta arrivati a destinazione, ripaga della fatica fatta per raggiungere uno dei luoghi più suggestivi di Torino. Parco Europa, sulla sommità di Cavoretto, a 315 metri d’altezza è l’occhio che guarda sulla città. Meta prediletta dei torinesi quando vogliono distogliersi da traffico e smog, e delle coppie quando desiderano concedersi una giornata romantica ammirando Torino. A progettarlo, a fine anni ‘50, Pietro Bertolotti, allora direttore del servizio Giardini e alberate del Comune, che lo realizzò nei possedimenti ceduti alla città dalla famiglia Morelli di Popolo. Il primo impianto, risalente al 1954, si limitava al vasto poggio culminante, su cui erano stati impiantati 64 pini italici e il roseto sottostante, ora dismesso. Negli anni successivi sono stati attuati gli altri espropri necessari, fino al cimitero e al perimetro di strada delle Terrazze, arrivando alle dimensioni attuali nel 1961, quando Parco Europa è stato portato a compimento in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.
Risale a quell’anno la realizzazione della funivia che collegava il Parco Europa al Parco Millefonti. Uno dei simboli dell’Expo di Italia ‘61, che celebrava il miracolo economico di quel tempo. Sessantuno cabine di forma ovoidale - da qui il termine ovovia - di colore rosso, giallo e blu, partivano dalla stazione vicina ai padiglioni della “Mostra delle Regioni” e arrivavano al colle di Cavoretto passando sul fiume e percorrendo, su un cavo a 10 metri di altezza, 871 metri con un dislivello di 120 metri. Per un viaggio si pagavano 100 lire.
Oggi di questa attrazione rimangono i ruderi delle due stazioni: quella a terra, che per molti anni è stata usata come bar/pizzeria e quella appunto del Parco Europa. Entrambe dismesse, nessun progetto di recupero è andato in porto. E non è detto che vada a buon fine quello discusso recentemente in circoscrizione Otto, dove è stato presentato uno studio che prevede il ripristino della funivia senza però utilizzare le vecchie stazioni, incompatibili con le attuali tecnologie. Nel documento sono stati individuati quattro possibili percorsi, da percorrere con degli shuttle-bus a chiamata. Per ora è tutto sulla carta, mentre molto più semplice è stato combattere la malasosta che imperversava nel parco. Con l’ausilio di transenne, è stato impedito l’accesso agli automobilisti maleducati.
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