l'editoriale
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30 Settembre 2022 - 07:39
«Da noi si dice, dove devi andare oggi, nel Bronx? Indicando le case di Molino. Io, dopo anni, ho chiesto di cambiare zona. Mando altri, io non vado più. È una delle parti peggiori di Barriera di Milano». Per la prima volta, in un processo pubblico - l’occasione è un’udienza per occupazione abusiva e furto di energia elettrica - un funzionario dell’Unep della Corte d’appello di Torino, parlando come teste, svela i retroscena del mondo degli sfratti e del degrado della nostra città.
Al centro della testimonianza, che ha suscitato, oltre all’attenzione, anche alcune domande da parte della giudice Antonella Nocifora, c’è la palazzina di corso Vigevano 41. La polizia qui, negli anni, è intervenuta molte volte: per incendi, occupazioni, o alla ricerca di pregiudicati o trafficanti di droga.
«Adesso ci vivono gli zingari - ha affermato il funzionario - e sono molto aggressivi. Non c’è alcun controllo. È diventato peggio di com’era una volta. Se abbiamo bisogno di andare là, non possiamo farlo da soli. Siamo obbligati a chiamare il 112 e a prenotare le forze dell’ordine». «Tre anni fa - ha ricordato il testimone - c’è stata una mezza sommossa e la questura ci ha sgridati perché eravamo andati là senza chiamarli. Poi, per due o tre anni la questura, per motivi diciamo politici, ha smesso di intervenire là. Da quando, appunto, ci sono gli zingari. Ed è terra di nessuno».
Al processo l’imputato è un uomo irreperibile, difeso dall’avvocata Cristina Lavezzaro, accusato di avere occupato abusivamente uno degli alloggi. La legale è pronta a dimostrare che l’inquilino aveva pagato l’affitto. Non solo: «Aveva anche effettuato dei lavori di pulizia per il signor Molino», ha detto in aula l’avvocata, riferendosi a Giorgio Molino, l’immobiliarista di 90 anni più volte evocato in aula dalla giudice Nocifera, visto che non si è presentato al processo in qualità di testimone. «La prossima volta lo manderemo a chiamare», ha precisato la giudice. «Molino ci dà molto lavoro - ha raccontato il funzionario Unep - perché sarà proprietario di duemila o tremila alloggi a Torino, e in media tre sfratti alla settimana li facciamo per lui». «Lui ne fa tantissimi di sfratti - ha precisato il funzionario degli ufficiali giudiziari - perché i suoi clienti sono tutti extracomunitari, persone con problemi. In corso Vigevano poi, chiunque può entrare, non c’è nemmeno un portone che si chiude. Non le consiglio di andare la sera, signora giudice». Siccome, ha spiegato il teste, sarebbe molto facile forzare le serrature dei singoli alloggi, nell’ultimo periodo i rom ne avrebbero approfittato. «È un condominio particolare - ha specificato il testimone - costituito da stanzoni numerati, più che da alloggi. Anche se noi arriviamo, basta che qualcuno si nasconda nella camera a fianco e noi non lo vediamo. L’imputato? Saranno quattro anni che non lo vedo».
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