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Corsa agli aiuti del Comune: povertà, 250 famiglie in crisi

chieri

La crisi morde anche in collina: 330 famiglie residenti a Chieri si sono fatte avanti per accaparrarsi i buoni spesa promessi dal Comune, che in estate ha stanziato 120mila euro per aiutare i più bisognosi. In queste settimane le domande sono state vagliate dagli uffici e i soldi sono andati “solo” a 250 richiedenti, che rientravano nei parametri imposti dall’ente pubblico.

«Nei mesi scorsi avevamo deciso di conservare dei fondi perché temevamo che sarebbe stato necessario dare ulteriori sostegni alle persone in difficoltà economica a causa della pandemia e della crisi attuale» spiegava l’assessore comunale alle politiche sociali, Raffaela Virelli, dopo lo stanziamento dei fondi. Purtroppo è andata proprio come temeva la Giunta chierese. I destinatari degli aiuti sono famiglie residenti in città che «si trovano in stato di bisogno economico e assoluta necessità di generi alimentari e beni di prima necessità per riduzione o assenza di entrate economiche in seguito all’emergenza Covid-19». In particolare, hanno avuto precedenza i cittadini che hanno perso il lavoro o hanno ridotto i loro guadagni dal 2020 in avanti: i 250 beneficiari hanno ricevuto buoni tra i 100 e i 500 euro, che possono spendere in negozi e supermercati (in base ai componenti del nucleo familiare). In tutto quest’operazione è costata poco più di 46mila euro al Comune, che ora ha deciso di ripetere la spesa e fare un secondo “giro” di buoni con la stessa cifra. I soldi sono andati direttamente ai beneficiari che avevano già fatto domanda a settembre.

I restanti 26mila euro e rotti, invece, sono stati destinati all’associazione ReciprocaMensa e al Comitato Medjugorje, che stanno allestendo un emporio solidale nei locali comunali dell’ex caserma Scotti: si chiamerà Bottega, verrà inaugurata all’inizio di di dicembre e inizialmente resterà aperta due giorni a settimana. Le persone bisognose potranno andare lì e scegliere direttamente i prodotti (che le due associazioni hanno acquistato, ricevuto come donazione o recuperato da mercati e supermercati). I “clienti” non riceveranno più borse già pronte come succede oggi ma potranno fare direttamente la loro spesa. E non spenderanno nulla, visto che useranno una tessera che verrà fornita e ricaricata ogni mese dai servizi sociali: avrà validità mensile e ogni prodotto avrà un valore in base al prezzo di mercato, che verrà scalato dalla tessera. Sono previste anche regole e limitazioni: l’olio, per esempio, potrà essere acquistato una volta al mese. Ma il progetto della Bottega prevede accoglienza e supporto, con i volontari che “accompagneranno” le persone che faranno la spesa solidale.

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