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Rubati gli attrezzi degli operai nelle case sgomberate dell’Atc

carabinieri atc
La porta forzata, gli attrezzi spariti. Avvitatrici e tagliatubi che sul mercato nero possono fruttare al massimo qualche centinaio di euro. È un furto che sembra legato a una sfida, più che al profitto, quello consumato nella notte tra martedì e mercoledì in corso Grosseto 119. Perché avviene a pochi giorni dall’operazione muscolare che proprio in questo complesso dell’Atc ha portato allo sgombero di quattro case occupate. E soprattutto perché gli attrezzi rubati sono quelli della ditta incaricata da Atc di ristrutturare gli appartamenti liberati dagli abusivi. I materiali, hanno ricostruito nella denuncia, erano custoditi in un altro alloggio in cui, proprio martedì, i lavori erano stati ultimati. Pronto ad essere consegnato all’Agenzia e quindi al Comune, che ora potrà assegnarlo ai nuovi beneficiari. Ieri mattina, l’amara sorpresa, che non ha comunque impedito la consegna e la prosecuzione dei lavori, che vanno avanti spediti. Dei quattro alloggi sgomberati venerdì scorso nel blitz condotto da polizia e carabinieri all’interno del complesso tra corso Grosseto e via Sospello, tre sono quasi pronti e domani verranno messi a disposizione di Palazzo Civico, cui poi toccherà il compito di individuare gli assegnatari. Nell’altro le operazioni richiederanno più tempo, visto che è stato trovato dell’amianto, e si dovrà procedere con una bonifica. Ma la promessa del presidente di Atc, Emilio Bolla, che subito dopo gli sgomberi aveva annunciato una riqualificazione in tempi rapidissimi, sarà mantenuta. Bolla si era anche augurato che a quel blitz ne seguissero presto altri, in modo da ripristinare la legalità in un patrimonio che ormai conta oltre duecento occupazioni in vari complessi sparsi qua e là per Torino, oltre che in provincia. Ipotizzando anche una forma di racket delle case sfitte che, per ora, non è stato dimostrato, ma sui cui si continua a indagare.
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