Sono case popolari dell’Atc quelle all’angolo tra corso Agnelli e via Dina; 350 alloggi di quello che un tempo veniva chiamato “Borgo Cina” e dove ieri, poco dopo l’ora di pranzo, un ragazzo di 21 anni, Emanuel Zaccaro è stato gambizzato. Ferito da un colpo di pistola sotto casa del papà Michele. «È stato un agguato, lo hanno aspettato e gli hanno sparato tre volte», ha dichiarato il genitore alla polizia. «Emanuel doveva venire qui da noi - spiega l’attuale compagna del padre - per prendere un caffé. Qualche volta passa a trovarci e saltuariamente si ferma a pranzo o a cena».
Ad attendere il ragazzo sotto casa, però, c’erano due uomini («bianchi, abbastanza giovani», hanno riferito alcuni residenti che hanno sbirciato dalle finestre del caseggiato) che dopo aver accennato ad una qualche discussione, uno di loro ha «estratto l’ arma e ha fatto fuoco». Tre , quattro colpi di pistola, di cui uno a segno che ha colpito Zaccaro alla gamba sinistra, poco sotto l'inguine. Il giovane non è caduto, e mentre gli attentatori fuggivano verso corso Agnelli, è riuscito a salire le scale e a raggiungere l’appartamento dove vive il padre: «È entrato - continua la compagna del papà -, ma non ha detto nulla di particolare, anche se aveva la gamba che sanguinava. Mi ha solo riferito che non sapeva perché gli avessero sparato. Poi è ridisceso in cortile».
E lì Emanuel Zaccaro, visibilmente sofferente, si è seduto sul muretto che divide il piccolo parcheggio dalle aiuole del condominio ed è stato soccorso da Dèlia, un giovane straniero che vive in un altro appartamento e che è corso a prendere disinfettante e garze ed è riuscito a fermare l’emorragia: «L'ho fasciato, non gli ho chiesto nulla, ho solo cercato di fermare il sangue. Non conosco quel ragazzo, l'ho fatto per lui, come lo avrei fatto per qualunque altra persona». Poi è arrivata la Croce Verde del 118 che ha portato il ferito in ospedale. Sul posto anche le volanti della polizia e gli investigatori del commissariato Mirafiori e della squadra mobile con il dirigente Luigi Mitola.
Inevitabile, per gli inquirenti, ipotizzare un possibile collegamento con il ferimento del ragazzo maliano (anche lui raggiunto alla gamba da un proiettile sparato da una pistola), avvenuto martedì scorso in via Artom. E come in quel caso, anche in questa circostanza si ipotizza la pista dello spaccio di droga. Contorni ancora opachi che si chiariranno dopo che gli investigatori avranno ascoltato la vittima che ha alcuni piccoli precedenti. Intanto in questura sono stati portati un testimone oculare e il padre del ragazzo. L’appartamento del genitore è stato perquisito.
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La sparatoria è avvenuta non lontano dal Pala Alpitour dove sono in corso le Atp Finals. Una settimana terribile quella che si conclude oggi per il quartiere di Mirafiori che dopo qualche lustro di pace, piomba nuovamente nel clima criminale dove le bande sembrano fare con spavalderia il bello e il cattivo tempo. A “Borgo Cina” (chiamato così perché un tempo alle prime ore dell'alba brulicava di centinaia di lavoratori che si recavano nei vicini stabilimenti di Mirafiori), edificato poco prima degli Anni 50, oggi gli alloggi sono stati assegnati in prevalenza a stranieri di origine slava, cinque appartamenti sono occupati abusivamente, mentre di recente sono stati allontanati dal cortile alcune roulotte di famiglie rom.
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