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Il market dei poveri nella ricca provincia: «Sono sempre di più»

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Ci sono famiglie italiane e straniere, persone sole che ne approfittano anche per trovare compagnia. E pure una signora russa, che se ne va con il sorriso, le borse piene e una critica al presidente ucraino Zelensky: c’è tutto questo alla Bottega, l’emporio solidale appena aperto a Chieri. Lì, in quella che dovrebbe essere la collina ricca, le persone in difficoltà possono fare la spesa senza pagare nulla. Nella prima settimana di apertura, i volontari calcolano di aver già “servito” un centinaio di famiglie: «Ma aumenteranno e probabilmente tanti altri non sono ancora venuti per una questione di dignità: si vergognano» fanno notare i referenti Roberto Piva e Francesco Capuano.

Come funziona L’emporio solidale ha aperto martedì su iniziativa dell’associazione ReciprocaMensa e del Comitato Medjugorje. E il Comune ha contribuito con fondi e la sede all’interno dell’ex caserma Scotti. Lì è nata la Bottega: 150 metri quadri dominati da scaffali pieni di generi alimentari, prodotti per l’igiene personale e detersivi. C’è anche un angolo per i libri: tutto è acquistato o donato, compresi alimenti vicini alla scadenza. «Qui non si butta niente - riferiscono Capuano e Piva - Oltre alla solidarietà, lottiamo contro lo spreco».

Gli utenti sono persone residenti a Chieri con Isee bassissimo e seguite dai servizi sociali. Devono presentarsi in municipio per ricevere la tessera con cui possono “comprare” all’emporio: si parte da 100 punti, che valgono circa 100 euro. E ogni prodotto ha un “prezzo”.

La voce dei “clienti” Nei primi giorni di apertura sono già un centinaio le famiglie che hanno fatto la coda e poi si sono messe a vagare fra gli scaffali, come se fossero in un normale supermercato. Ma, anziché guardare i prezzi, devono farei conti coi punti: «È un grande aiuto poter prendere gratis cosa si ha bisogno - considera Enzo, che nel carrello ha messo tanto miele, zucchero e Nutella - Poi spero sempre di trovare un lavoro e cavarmela da solo». Dante, invece, vive col reddito di cittadinanza: «Sono inabile al lavoro, prendo 540 euro e “comprare” qui mi permette di arrivare a fine mese. Anche se ho già consumato tutti i punti». È contenta anche Eva, accompagnata dalla nuora Alice: «C’è di tutto: carne, pesce, frutta e verdura, carta igienica. Meno male, con una pensione di 320 euro si fa fatica». Stessa situazione di Masha, signora russa che difende Putin e attacca Zelensky: «Ma soprattutto ringrazio Chieri per questo aiuto». La voce fuori dal coro è quella di Rosi: «Alla fine era più comodo con i pacchi già pronti. Adesso devo scegliere».

Le prospettive I volontari sono soddisfatti ma temono che presto gli utenti aumenteranno: «La povertà non si esaurisce qui: altro che collina ricca, ci sono sempre più persone in difficoltà. E tanti, per dignità o timore, non si presentano. Noi cerchiamo di costruire un rapporto e intercettare più gente possibile».

L’obiettivo successivo è fare più squadra: «ReciprocaMensa continua a fornire anche pasti mentre altre associazioni consegnano le borse della spesa. Ora c’è anche l’emporio: contiamo di allargarci e unire le forze per evitare doppioni. L’obiettivo è creare un unico punto di raccolta in città, con il Comune che fa da coordinatore».

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