Giuseppe prende al volo dalla tasca lo smartphone e sfoglia la galleria delle fotografie, appena gli si chiede che fine abbia fatto il Cristolacrimante di Stupinigi. Tutti sappiamo che l’ha preso la Curia ma «nessuno che ha continuato a piangere» quando lo hanno portato via. Lacrime che sarebbero sgorgate anche dopo il “sequestro” dei sacerdoti? Ce lo domandiamo comunque, davanti a tanta foga. «Ah, quello noi non lo sappiamo ma di certo qualcosa non ce lo vogliono dire». E allora, tanto vale correre sulla neve e arrivare puntuali sotto la statua della Madonna sul tronco «reciso dell’ente parco» da cui l’immacolata concezione avrebbe da quasi dieci anni l’abitudine di palesarsi ai fedeli di quest’angolo di periferia alle porte di Torino. Prati a gerbido che affacciano su tangenziali e autostrade, con alle spalle la Palazzina di Caccia dei Savoia dove l’estate s’affollano gli appassionati di musica per i concerti e, ogni sabato, si danno appuntamento i fedeli del «santuario». Una ventina di fedelissimi in ginocchio, sulle tavole che riportano località di altre apparizioni come Medjugorie. «La Madonna qui è apparsa, comunque la sia pensi e anche il Cristo ha pianto per noi e i nostri peccati» conferma Gerardina, mentre Aureliano si avvicina curioso. «Siete qui per il clamore mediatico che è tornato ad accendersi dopo che hanno portato via la statua del Cristo?» domanda, pur avendo intuito già da sé la risposta. «Bisogna aver fede, così come ne abbiamo io e la mia mamma» conferma Maria mentre accompagna l’anziana Domenica a ridosso dell’inginocchiatoio più vicino all’altare su cui sarebbe stata vista piangere per la prima volta la statua di Gesù Cristo. Pregano, pregano tutti qui. Per qualsiasi cosa. Salute, lavoro, famiglia. E tutti vengono bene accolti a patto di una regola, non essere morbosamente attirati dai fenomeni paranormali che , da queste parti, sarebbero molo più che un retaggio di costume. «Veniamo da anni a pregare la “madonnina” e non capiamo perché adesso ci sia tutta questa attenzione nei nostri confronti» svelano all’ingresso della piccola cappella ricavata da assi di legno e pannelli di plastica lavorata. «Basterebbe mettersi in ascolto e pregare per capire cosa accade qui». Forse non i miracoli, ma di certo una grande attrattive di fede, senza che si percepisca il minimo tentativo di proselitismo nonostante si venga riempiti di immaginette sacre e libretti di preghiera. Tutti dedicati alla “Immacolata della misericordia” di Stupinigi. «Guardi un po’ qui, uno di noi l’ha anche raffigurata» ci dicono consegnandoci l’immaginetta di una «madonnina». Quelle che qui vedono tutti aprire le braccia al fondo delle loro preghiere.
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