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La burocrazia ferma la Panzera: a rischio l’azienda pirotecnica

La Panzera di Carignano

In magazzino ci sono le commesse pronte per essere lavorate, mancano però le autorizzazioni che permetterebbero di mettervi mano e che possono essere rilasciate solo dalla Prefettura. Una situazione paradossale per la Panzera di Carignano, azienda pirotecnica leader in Italia e nel mondo, e per i suoi 25 dipendenti che, a causa di un cavillo burocratico, potrebbero perdere il posto di lavoro. A due anni dalla crisi del 2019 che l’aveva portata quasi al fallimento, l’azienda, che annovera tra i suoi clienti i parchi di intrattenimento Disney, rischia di chiudere i battenti.

Nel 2022 è stata acquisita dall’imprenditore altoatesino Rudi Foini, che ha affiancato alla storica produzione lavorazioni nel settore degli antifurti fumogeni e dotazioni di sicurezza. Con la morte dell’ex patron Franco Bauducco, nel dicembre scorso, sono però decaduti i permessi necessari a garantire l’attività nel settore pirotecnico rilasciati solo dalla Prefettura trattandosi di lavorazioni su materiale esplosivo e dunque pericoloso. A metà dicembre la nuova proprietà ha avviato le pratiche sperando in tempi celeri (per legge tali procedure possono avere una tempistica massima di 120 giorni) e prima di Natale, vista l’impossibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali, aveva sottoscritto coi sindacati un accordo per utilizzare ferie e permessi residui a copertura del periodo di inattività.

«Speravamo di ripartire dopo l’Epifania - spiega Alfonso Provenzano di Filctem Cgil Moncalieri -. Purtroppo si è innescato un cortocircuito con il rischio di perdere importanti clienti che fanno il grosso del fatturato della Panzera e, se la situazione non si sbloccherà, di veder chiudere una storica e virtuosa presenza del territorio». L’impresa non sarebbe in grado di anticipare gli stipendi da febbraio, soprattutto a fronte delle penali per le mancate consegne, rischiando così una nuova procedura concorsuale. «Non vorremmo che della Panzera rimanesse solo il deposito messo a disposizione della Questura per conservare il materiale pirotecnico sequestrato sul territorio. È una situazione paradossale: da un lato mancano le autorizzazioni per produrre, mentre dall’altra sussistono quelle per lo stoccaggio. Per questo abbiamo richiesto un incontro urgente con Prefettura, Regione e Città Metropolitana».

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