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Il progetto

L’ospedale si trasferisce a Cambiano. Otto anni solo per decidere la sede

Finalmente la futura struttura dell’Asl To5 sbarca in Consiglio regionale

Autoparco Cambiano futuro ospedale

L'ex autoparco militare di Cambiano com'è oggi

Ecco come si presenta oggi l'ex autoparco di Cambiano

Va a posto un altro tassello per il futuro ospedale unico dell’Asl To5: oggi l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, ha portato in commissione la scelta della sede. Che sarà nell’ex autoparco di Cambiano, dove sorgerà la struttura che dovrà sostituire il Maggiore di Chieri, il San Lorenzo di Carmagnola e il Santa Croce di Moncalieri. Ora manca “solo” il via libera del Consiglio regionale, dove le opposizioni promettono già battaglia.
Quindi si rischiano tempi lunghi per questo nuovo ospedale, di cui si discute da otto anni. Inizialmente avrebbe dovuto essere realizzato in un terreno di Vadò, al confine fra Trofarello e Moncalieri. Era il 2016 e la Regione era guidata dalla Giunta di Centrosinistra, presieduta da Sergio Chiamparino. Poi, con la nuova amministrazione di Centrodestra, sono cominciati studi, riunioni, interrogazioni e scontri anche aspri sul piano politico. Fino al 13 febbraio, quando la Giunta di Alberto Cirio si è espressa a favore dell’ex autoparco militare di Cambiano, abbandonato da quindici anni. Parliamo di un hub enorme, un’area gigantesca grande 110mila metri quadrati, che ospita 17 capannoni distribuiti su 22 lotti di terreno. 

Risulta che l’area di Cambiano, con una percentuale di soddisfazione del 61%, contro il 50% dell’area di Moncalieri-Trofarello e il 28% di Villastellone, sia la più idonea per la costruzione del nuovo ospedale

Nato come campo d’aviazione a inizio ‘900, il sito è poi passato di mano alle Forze armate, che l’hanno trasformato in autoparco durante la Guerra fredda. Il suo acronimo era diventato Pvei, che stava per Parco veicoli efficienti e inefficienti. E l’esercito, per una sessantina d’anni ha custodito a Cambiano camionette militari, jeep e vecchie auto. Non solo, l’autoparco aveva anche un binario che lo collegava alla stazione e serviva a trasportare in treno i veicoli dove venivano richiesti. Tutto questo fino alla fine degli anni ‘80, poi pian piano i veicoli sono stati portati via. Dopo la dismissione, i capannoni sono piombati in un degrado da cui non sembrano volersi svegliare. Fino ad ora: «Dallo studio comparativo redatto dal Gruppo di lavoro interdirezionale con la partecipazione dell’Asl To5 e altri soggetti - spiegava l’assessore Icardi poco più di un mese fa - risulta che l’area di Cambiano, con una percentuale di soddisfazione del 61% contro il 50% dell’area di Moncalieri-Trofarello e il 28% di Villastellone, sia la più idonea per la costruzione del nuovo ospedale». 
Giocano a favore la maggior superficie a disposizione di Cambiano mentre su Vadò peserebbe il “rischio alluvione”, sebbene uno studio del Politecnico del 2020 avesse giudicato l’area idonea.

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