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La storia

Giallo di Bibiana, chi erano Domenico e Luciana: morti insieme dopo una vita uno accanto all’altra

Abitavano nella vecchia casa fra i tulipani e l’affresco della Pietà

rsa girasole bibiana

L'ingresso della rsa "Il Girasole" di Bibiana, dove Domenico e Luciana Pacchiotto hanno vissuto per cinque mesi. Poi hanno scelto di tornare a casa

Quell’antico edificio di via Bagnolo 24 era da sempre la casa di Domenico e Luciana Pacchiotto. Un cognome diffuso e comune a Bibiana, inciso anche sulla lapide dei caduti delle due guerre (nella versione “Pacchiotti”). I due fratelli hanno trascorso tutta la vita nel paese in cui sono nati a inizio secolo, il paese della loro famiglie e dove ancora oggi vive il cugino, Aldo Pacchiotti, l’unico che gli faceva visita e gli portava la spesa dopo il loro ritorno dalla casa di riposo locale. E il primo ad accorgersi che qualcosa non andava, grazie alle borse accumulate davanti alla porta: così ha chiamato i soccorsi e ha scoperto il doppio decesso dei due anziani, di 93 e 89 anni.

«Persone di una volta», riservate, ma sempre cortesi e cordiali con tutti. «Domenico era gentile - lo ricorda con affetto una vicina di casa, Donatella -. Un signore colto che parlava con un linguaggio forbito ed educato, non mi stupirei che abbia deciso di farla finita così, insieme alla sorella. Era un gentiluomo che, quando ti incrociava, ti faceva passare prima. Era un personaggio carino e tipico di questi paesi. Quando lo aiutavo in qualcosa, il giorno dopo mi portava sempre a casa due mele».

Domenico era gentile. Un signore colto che parlava con un linguaggio forbito ed educato

«Era un vecchietto simpaticissimo, con cui si scambiavano due parole volentieri - commenta un’altra vicina di casa -. Una volta era sempre in giro con la sua bicicletta. La sorella invece la vedevamo poco».
Ezio è il dirimpettaio, vive di fronte alla casa dei due fratelli dal 1992: «Quando siamo arrivati, loro vivevano già qui. Ultimamente però li avevamo visti meno spesso. Erano molto anziani e abbiamo saputo che erano andati a vivere nella casa di riposo. Erano un po’ particolari, ma in senso buono, erano proprio persone di altri tempi».
E che lo fossero lo si capisce anche dalla loro abitazione di via Bagnolo. Davanti all’ingresso, una piccola aiuola ben curata, con dei tulipani rossi e gialli, un cancello di ferro nuovo e un affresco che ritrae una Pietà.

La casa di Bibiana dove i due fratelli hanno vissuto e sono morti insieme

Dall’esterno, tuttavia, si nota come la casa porti addosso i segni del tempo: la casetta delle lettere appesa al portoncino con il filo di ferro, alcuni vetri rotti alle finestre, balconi ancora in legno ormai consunto, rampicanti che corrono lungo le pareti. Il tutto rende l’idea di un ambiente troppo grande, che i due anziani probabilmente faticavano a curare. Forse per questo il trasferimento a novembre 2022 nella Rsa “Il Girasole”, poco distante da casa loro. Quello che non si spiega è il ritorno proprio in quell’abitazione in cui non avevano sicuramente i servizi della casa di riposo.
Interpellato sull’accaduto, il sindaco di Bibiana, Fabio Rossetto, preferisce non rilasciare dichiarazioni.

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